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Nel Centro Accademico Romano della Santa Croce (20-XI-1985).

Il 20 novembre 1985, nell'Aula Magna del Centro Accademico Romano della Santa Croce, si tenne la lezione inaugurale dell'anno accademico 1985-86, sotto la presidenza del Gran Cancelliere, Mons. Alvaro del Portillo, e alla presenza dei professori e degli studenti del Centro, e di numerosi rappresentanti del mondo accademico romano. Alla fine dell'Atto, il Gran Cancelliere lesse il seguente discorso:

Eminentissimi ed Eccellentissimi Signori, professori e studenti del Centro Accademico Romano della Santa Croce, Signore e Signori, fratelli e figli carissimi.

Sapientia foris praedicat, in plateis dat vocem suam[1]. Con parole che l'Autore sacro pone sulle nostre labbra, possiamo ben dire che la Sapienza grida, fa udire la sua voce per le strade e le piazze del mondo. Per mezzo del suo Vicario sulla terra, il Romano Pontefice, per mezzo dei Vescovi e dei sacerdoti in comunione con la Chiesa universale, e di tutto il popolo sacerdotale che ha acquistato con il proprio sangue[2], il Verbo incarnato continua ad invitare tutta l'umanità —ciascun uomo, ciascuna donna— a conoscere e a tradurre in pratica la suprema sapienza in cui consiste la vita cristiana. Così è stato solennemente proclamato dal Concilio Vaticano II —ormai vent'anni fa—, allorché afferma che tutti i battezzati sono chiamati a propagare questo messaggio, poiché tutti noi siamo continuatori e partecipi della missione profetica, sacerdotale e regale di Cristo, ognuno conformemente alla propria vocazione e secondo i carismi ricevuti da Dio[3].

Nello svolgimento della missione della Chiesa, un ruolo particolare compete a chi, come voi, coltiva scientificamente le sacre discipline. Lo ha riaffermato poche settimane or sono il Santo Padre Giovanni Paolo II, nell'inaugurazione del nuovo anno accademico negli Atenei Pontifici, rammentando che "le Università e gli altri Atenei cattolici e pontifici sono un luogo privilegiato di quest'insegnamento. Un luogo particolarmente importante"[4].

Nell'ambito della società civile, l'università è —con i suoi compiti docenti e di ricerca, con la sua aspirazione ad approfondire le fonti della sapienza e della scienza— l'avanguardia delle vie percorse dagli uomini. La stessa cosa può affermarsi, a maggior ragione, per le università in cui vengono coltivate le discipline eclesiastiche: infatti lo studio e l'insegnamento delle scienze sacre, sempre in unione con il Magistero della Chiesa e sotto la sua guida, aprono la strada che deve percorrere il cristiano ed additano la meta finale verso cui deve dirigere i suoi passi —la conoscenza e l'amore del Dio Trinità—, ordinando i rapporti tra le diverse componenti del Popolo di Dio.

Il Centro Accademico Romano della Santa Croce, che ha già iniziato il suo secondo anno di vita, intende realizzare fedelmente questo progetto. Seguendo gli insegnamenti del Fondatore dell'Opus Dei, il Servo di Dio Josemaría Escrivá de Balaguer, che durante molti anni desideró vivamente ed attivamente si adoperó per il sorgere di questo Centro Accademico Romano, esso cerca di dare ai propri studenti una formazione integrale, che, oltre ad una profonda conoscenza scientifica della dottrina e delle leggi della Chiesa, offra loro una formazione spirituale ed umana in totale armonia con i desideri e le direttive della Santa Sede. Tale compito lo assolve nel pieno rispetto della libertà personale, anzi promovendo la libertà e la responsabilità di ciascuno, in un servizio disinteressato e fecondo alla Verità. Pertanto, nell'insegnamento delle sacre discipline, non dà vita ad una scuola, ad un orientamento particolare. Nel grande quadro comune dell'insegnamento cattolico, questo Centro è aperto a tutte le correnti e a tutte le scuole di pensiero che cerchino sinceramente una comprensione più profonda della verità su Dio e della verità sull'uomo. Perché quest'insegnamento —sono ancora parole del Papa— "è una forma particolare della partecipazione alla missione profetica di Gesù Cristo. Ricordàtelo tutti, chi insegna e chi apprende, professori e studenti.

Partecipare alla missione profetica di Cristo —continua il Santo Padre—, al suo 'munus propheticum', vuol dire agire in piena obbedienza nei confronti della Verità, che Egli ha proclamato e proclama costantemente mediante la Chiesa"[5].

Questo è l'ideale che ispira il Centro Accademico, ancora ai suoi inizi, ma che con la grazia di Dio e l'impegno di tutti è destinato a crescere per servire meglio la Chiesa universale e le Chiese particolari.

Fiducioso, dunque, nell'aiuto dello Spirito di Verità, e confidando nella protezione materna di Santa Maria, Sedes Sapientiae, dichiaro inaugurato l'anno accademico 1985-86 in questo Centro Accademico Romano della Santa Croce.

Laus Deo Virginique Matri.

[1] Pvb. 1, 20.

[2] Cf. Att. 20, 28.

[3] Cf. Concilio Vaticano II, cost. dog. Lumen gentium, nn. 10 ss; decr. Ad gentes, n. 11; decr. Apostolicam actuositatem, n. 2.

[4] Giovanni Paolo II, Omelia nell'inaugurazione del anno accademico, 25-X-1985.

[5] Ibid.

Romana, n. 1, Gennaio-Dicembre 1985, p. 79-80.

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