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Il 17 maggio 1993, primo anniversario della beatificazione di Josemaría Escrivá, il Prelato dell'Opus Dei ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica nella Basilica di Sant'Eugenio. Riportiamo l'omelia che ha pronunciato nell'occasione.

1. Lauda, Ierusalem, Dominum, glorifica il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion[1].

Con queste parole abbiamo dato inizio alla Santa Messa in onore del Beato Josemaría Escrivá, il nostro amatissimo Padre, nel primo anniversario della sua elevazione agli altari. E al ritmo di questo canto solenne, in voi come in me, si sono rinnovati ancora una volta i sentimenti che invasero il nostro animo in Piazza San Pietro lo scorso 17 maggio, e le ferme risoluzioni che allora formulammo; sentimenti e risoluzioni che trovano lo sbocco più adeguato nell'azione liturgica che stiamo celebrando.

Infatti questa Santa Messa è, in primo luogo, espressione della nostra adorazione e della nostra lode alla Trinità Beatissima, che è ammirabile nei suoi santi[2]; allo stesso tempo, e inseparabilmente, vuole essere la manifestazione del nostro più profondo ringraziamento per quella beatificazione e per i benefici spirituali che ne sono derivati per la Chiesa e per anime nel corso di questi mesi. Gratias tibi, Deus, gratias tibi!

2. Già all'indomani della beatificazione del Fondatore dell'Opus Dei, con le parole che indirizzai al Santo Padre Giovanni Paolo II per esprimergli il ringraziamento di milioni di persone di tutto il mondo per il gesto che aveva appena compiuto, manifestavo anche la mia assoluta convinzione che l'elevazione di nostro Padre agli altari avrebbe recato un gran bene, non solo all'Opus Dei, ma anche a tutta la Chiesa. Nel discorso che allora ci rivolse, il Romano Pontefice condivise l'intima persuasione che colmava il nostro animo e sottolineò che il Beato Josemaría è «un eminente testimone di eroismo cristiano nell'esercizio delle comuni attività umane»[3].

Le notizie, provenienti da tutto il mondo, pervenuteci in questi mesi, non hanno fatto altro che confermare quei presagi. Nei più reconditi angoli del pianeta la supplica a Dio per intercessione del Beato Josemaría è cresciuta in modo impressionante: persone di ogni condizione sociale si rivolgono a lui come a un sicuro protettore davanti al trono dell'Altissimo nelle loro necessità spirituali e materiali. L'autore ispirato esclama: la sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni del mondo chi potrà contarli?[4]. E noi, mossi dalla meraviglia di fronte alle grazie che Dio effonde sul mondo per mezzo di nostro Padre, non possiamo non riconoscere che i frutti soprannaturali derivati dalla sua beatificazione sono stati, già in questo primo anno, incalcolabili.

3. Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui (a Dio) gloria. perché son giunte le nozze dell'Agnello[5], vi dico con le parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura. Deo omnis gloria!, per Dio tutta la gloria. Parte di questa glorificazione di Dio, che desideriamo rendere con la nostra vita intera, consiste nel riconoscere le mirabilia eius, le meraviglie che il Signore porta a compimento per mezzo del beato Josemaría, per il bene della Chiesa. Con la feconda intercessione di nostro Padre nel Cielo, il Corpo Mistico di Cristo si adorna giorno dopo giorno, arricchisce il suo vestito di lino purissimo, perché —lo afferma sempre il libro ispirato— la veste di lino sono le opere giuste dei santi[6].

Tra le meraviglie di cui siamo stati testimoni, desidero sottolineare adesso l'eco profonda e prolungata che la chiamata universale alla santità —solennemente proclamata nel Concilio Vaticano II e instancabilmente annunziata dal Beato Josemaría— ha suscitato nel mondo intero. Molte migliaia di persone hanno scoperto, in occasione di questo avvenimento, che Dio le cerca nelle attività della vita ordinaria: nel focolare domestico e sul posto di lavoro, nella città e nei campi, nell'intimità della vita personale e nell'attività pubblica più intensa. Come scrive il Santo Padre nel Breve di beatificazione, il Beato Josemaría «ha mostrato tutta la potenza redentiva della fede, la sua energia trasfigurante così delle singole persone come delle strutture in cui si plasmano gli ideali e le aspirazioni degli uomini»[7].

Non è presunzione da parte nostra. Per la bontà di Dio, che ha risvegliato in tante anime aneliti di santità, la beatificazione del nostro Fondatore ha recato al mondo e alla Chiesa una ricchezza soprannaturale meravigliosa. Ciascuno di noi si sente intimamente mosso a rendere grazie a Dio, mentre riconosce in questi fatti l'invito perentorio del Signore a camminare instancabilmente per il sentiero che Egli ci ha indicato, con piena fedeltà alla nostra personale vocazione nella Chiesa, per essere —come diceva nostro Padre— «seminatori di pace e di gioia in tutti i cammini della terra».

4. Nella sua Lettera apostolica per la beatificazione del Fondatore dell'Opus Dei, il Santo Padre Giovanni Paolo II riporta una frase che il Beato Josemaría ripeteva spesso: «si sono aperti i cammini divini della terra!»[8]. E quindi aggiunge: «egli non si limitò, infatti, a descrivere le prospettive pastorali che questo capillare impegno di evangelizzazione dischiudeva, ma lo configurò anche come realtà appartenente alla natura stabile e organica della Chiesa»[9].

Lo spirito del Beato Josemaría Escrivá è sempre vivo —e, grazie a Dio, si manterrà sempre vivo e vibrante— nell'Opus Dei, l'istituzione che fondò per ispirazione divina il 2 ottobre 1928[10]. Grave responsabilità di tutti noi, fedeli della Prelatura dell'Opus Dei —sacerdoti e laici—, è quella di mantenere intatto questo spirito, sapendo trarre da esso in ogni momento —docili agli impulsi della grazia divina— le virtualità che racchiude, come efficace strumento di Dio per collaborare alla missione salvifica della Chiesa[11].

Quando, ormai quasi un anno fa, abbiamo compiuto la solenne traslazione del sacro corpo del Beato Josemaría da questa Basilica di Sant'Eugenio alla vicina Chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace, ho commentato che «così come la Chiesa ci affida le reliquie del suo corpo, ci affida anche il compito gioioso di custodire e trasmettere il tesoro dei suoi insegnamenti e del suo esempio di vita»[12]. È la stessa cosa che desidero ricordare oggi a tutti voi: ai fedeli della Prelatura dell'Opus Dei, ai sacerdoti della Società Sacerdotale della Santa Croce, e alla moltitudine innumerevole di anime che, in tutti gli angoli della terra, si riparano all'ombra benefica dell'Opus Dei e si alimentano del suo spirito. Il miglior servizio che possiamo offrire alla Chiesa e all'umanità consiste nel mantenere intatto lo spirito incarnato dal Beato Josemaría, che costituisce ormai parte integrante del tesoro spirituale affidato ai cristiani. Il miglior modo di onorare la memoria del nostro amatissimo e santo Fondatore è quello di lottare quotidianamente per mettere in pratica gli ideali di santità e di apostolato nelle circostanze normali della vita, che sono stati la ragion d'essere di tutta la sua esistenza.

5. «Proclamando la radicalità della vocazione battesimale» —ha scritto il Papa a proposito del Beato Josemaría—, «egli ha aperto nuovi orizzonti per una più profonda cristianizzazione della società»[13].

Un gran compito aspetta l'Opus Dei, i suoi membri e tutte le persone che si sentono attratte dallo spirito dell'Opera: promuovere l'incontro con Cristo di parenti, amici, compagni di professione o di studio, in primo luogo con l'esempio personale e con la lotta ascetica di ogni giorno; farli avvicinare ai sacramenti della grazia di Dio, soprattutto alla Penitenza e all'Eucaristia; aiutarli a scoprire il Volto amabile di nostro Padre Dio in tutte le loro attività. Non vi preoccupi il come. Quando c'è rettitudine di intenzione, vita interiore e zelo per le anime, si compie alla lettera quello che insegna l'Apostolo: lo Spirito Santo viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gèmiti inesprimibili[14].

Lo stesso Paraclito, che invochiamo attraverso l'intercessione del Beato Josemaría, porrà nelle nostre azioni e sulle nostre labbra quel qualcosa di divino che attira irresistibilmente le anime e le conduce ai piedi di Gesù. Nonostante la nostra pochezza personale, si ripeterà il miracolo di cui Pietro e gli altri Apostoli furono, allo stesso tempo, testimoni stupiti e protagonisti senza merito: quella pesca miracolosa della quale ci ha parlato il racconto evangelico[15]. Con Pietro e sotto Pietro, in comunione con i Vescovi miei fratelli, successori degli Apostoli, e in unione sincera con tutti i cristiani, condurremo a termine la parte della missione della Chiesa che il Signore ci ha affidato e che la Chiesa stessa riassume così nell'orazione liturgica per la Messa in onore del Beato Josemaría[16]: annunciare la vocazione universale alla santità e all'apostolato nella Chiesa e compiere fedelmente il lavoro quotidiano nello Spirito di Cristo, per servire con ardente amore l'opera della Redenzione. E tutto questo, in unione con la Santissima Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra, Speranza nostra, Ancella del Signore e Sede della Sapienza. Amen.

[1] Canto d'ingresso (Sal 147, 1).

[2] Cfr. Sal 67, 38 (Vg).

[3] Giovanni Paolo II, Discorso nell'udienza concessa ai partecipanti alla beatificazione di Josemaría Escrivá, 18-V-1992.

[4] Sir 1, 2.

[5] Prima lettura (Ap 19, 7).

[6] Ibid., 8.

[7] Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per la beatificazione di Josemaría Escrivá de Balaguer, Sacerdote, Fondatore dell'Opus Dei, 17-V-1992.

[8] È Gesù che passa, n. 21.

[9] Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per la beatificazione di Josemaría Escrivá de Balaguer, Sacerdote, Fondatore dell'Opus Dei, 17-V-1992.

[10] Cfr. Giovanni Paolo II, Cost. apost. Ut sit, 28-XI-1982, proemio.

[11] Cfr. Ibid.

[12] Alvaro del Portillo, Omelia nella Santa Messa in onore del Beato Josemaría, 21-V-1992.

[13] Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per la beatificazione di Josemaría Escrivá de Balaguer, Sacerdote, Fondatore dell'Opus Dei, 17-V-1992.

[14] Seconda lettura (Rm 8, 26-27).

[15] Cfr. Vangelo (Lc 5, 1-11).

[16] Cfr. Orazione colletta della Messa in onore del Beato Josemaría.

Romana, n. 16, Gennaio-Giugno 1993, p. 32-35.

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