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In occasione dell’inaugurazione del Libero Istituto Universitario, opera apostolica dell’Opus Dei sorta di recente a Roma, S.E. Rev.ma Mons. Alvaro del Portillo ha celebrato una solenne Eucaristia nella Basilica di Sant’Apollinare di Roma, cui hanno pa

1. Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce[1].

Con queste parole della sequenza della Messa di Pentecoste invochiamo Colui che è datore di tutti i doni; gli chiediamo di mandare dal cielo un raggio della sua luce, di illuminare la nostra intelligenza, di fortificare la nostra volontà e di infiammare il nostro cuore. Lo facciamo proprio nel momento in cui prende avvio il primo anno accademico delle Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Scienze Infermieristiche di questo Libero Istituto Universitario, incipiente opera apostolica della Prelatura dell’Opus Dei nella città di Roma. Questa invocazione al Paraclito, che con il Padre e il Figlio è il solo che può lavare ciò che è sordido, bagnare ciò che è arido, sanare ciò che sanguina[2], è doverosa e molto appropriata alla circostanza.

Nel dar vita a questa iniziativa di ambito universitario, intendete infatti contribuire anzitutto all’espansione del Regno di Dio. Volete che la dottrina e l’amore di Cristo orientino e informino più profondamente la società umana, e concretamente l’esercizio delle nobilissime professioni medica e infermieristica: senza la guida e la spinta di questa dottrina e di questo amore, esse diventano facilmente tecniche fredde e cieche che, invece di servire al bene degli uomini, possono tramutarsi —non mancano purtroppo esempi eloquenti, anche al giorno d’oggi— in realtà contrarie alla vita e alla dignità dell’uomo.

2. Il Vangelo che abbiamo appena ascoltato racconta che Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia e infermità[3]. Come il Signore, anche noi cristiani dobbiamo portare la buona novella a tutti gli uomini, perché ogni iniziativa intrapresa con spirito cristiano, nel rispetto della legittima autonomia delle realtà secolari, non deve mai perdere di vista il proprio carattere strumentale di servizio all’instaurazione del Regno di Dio sulla terra.

Infatti la ricerca del Regno di Dio è inscindibile dal servizio agli uomini, fatti ad immagine del Creatore e chiamati ad essere figli di Dio in Cristo, così come nel comandamento dell’amore è indivisibile l’amore verso Dio da quello verso il prossimo[4]. Con l’aiuto divino, seguendo l’esempio e gli insegnamenti del Beato Josemaría Escrivá, desiderate collaborare alla missione evangelizzatrice della Chiesa attraverso un’iniziativa orientata a formare un numero sempre crescente di giovani medici ed infermiere che facciano della loro professione un autentico servizio cristiano e promuovano una profonda cultura della vita mediante la cura dei malati.

A quante decine di migliaia di persone potrà giungere questo messaggio di pace, e quanto bene potrete fare all’uomo e alla società impegnandovi con tutte le vostre forze in quest’impresa! Essa nasce piccola, ma è già grande, perché desiderate realizzarla con cuore grande, alla misura del cuore di Cristo! Sono certo che questo Libero Istituto Universitario si svilupperà come il seme della parabola evangelica[5], con l’aiuto di Dio e con l’impegno di tutti: professori, studenti, personale non docente. In spirito di collaborazione con tutte le altre realtà accademiche e sanitarie di Roma, contribuirà certamente ad elevare la qualità della vita della popolazione di questa città e di tanti altri luoghi dell’Italia e del mondo.

D’altra parte, in quanto opera apostolica dell’Opus Dei, questo Libero Istituto Universitario usufruirà dell’aiuto spirituale della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei, allo scopo di orientare cristianamente i propri insegnamenti, in totale e leale ossequio alle direttive del Magistero della Chiesa nelle materie di sua competenza. Anzi, grazie allo spirito dell’Opus Dei, che insegna a santificare il lavoro professionale, a cercare la santità nel compimento dei doveri professionali, familiari e sociali, e ad aiutare gli altri ad essere santi, questo Centro docente e di ricerca scientifica si impegnerà a offrire un’attenzione particolare alla formazione di medici e infermiere affinché, oltre a lavorare bene, con provata competenza professionale e tecnica, ispirino la propria attività a una vera rettitudine d’intenzione e ad un autentico spirito di servizio. I laureati e i diplomati che usciranno da queste aule saranno in grado di promuovere il bene integrale dei malati, nell’anima e nel corpo. È quanto ora auspico e chiedo a Dio.

3. Vorrei ora rivolgermi in particolare alle studentesse e agli studenti.

Molti di voi sono stati attratti allo studio della Medicina e delle Scienze Infermieristiche dal nobile desiderio di prestare un servizio alle persone ammalate, di curarle nelle loro necessità corporali. Non dimenticate mai ciò che abbiamo appena ascoltato nella seconda lettura, tratta dal libro degli Atti degli Apostoli: Gesù, unto dallo Spirito Santo, passò beneficando e risanando tutti[6]. Sono certo che anche voi intendete svolgere la vostra futura professione secondo questo spirito. Con parole del Beato Josemaría, vi ricordo l’importanza della vita soprannaturale per raggiungere questo traguardo: «Se pensassimo che la prima cosa da fare sia esercitarci in attività umanitarie, in lavori di assistenza, escludendo l’amore di Dio, saremmo in errore»[7].

Dovete imparare da Gesù. Abbiamo sentito proclamare nel Vangelo che il Signore, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore[8]. Quella commiserazione, sgorgando dal Cuore umano del Figlio di Dio, era al contempo pienamente divina e pienamente umana. Bisogna che anche voi, considerando le persone e gli avvenimenti, giungiate a questa convergenza. Non limitatevi mai a guardare con occhi solamente terreni i dolori dell’umanità! Guardateli con gli occhi e con il cuore di Cristo! Perché sappiamo bene che ciò che rende davvero stanchi e sfiniti gli uomini, in modo radicale, è in primo luogo il peccato, che ha ferito la natura umana provocando tutti gli altri disordini.

Come ebbe a scrivere il Santo Padre Giovanni Paolo II nell’Esortazione apostolica Salvifici doloris, ogni aspetto del dolore umano, ogni circostanza nella quale vediamo il nostro prossimo come homo patiens[9], è un mistero che si chiarisce solamente alla luce del mistero pasquale di Gesù Cristo, il quale, morendo in Croce, ci ha redenti; e risorgendo, ha vinto la morte e il peccato, e ci ha restituito la dignità di figli di Dio.

4. Abbiamo ascoltato nella prima lettura: il Signore prescelse la tribù di Levi per portare l’arca dell’alleanza del Signore, per stare davanti al Signore nel suo servizio[10]. Voi tutti, impegnati nell’avvio di questo Libero Istituto Universitario, abbiate sempre questa certezza: il Signore vi ha affidato un compito la cui piena realizzazione aiuterà molti a rinnovare l’alleanza con Lui. Dio conta su di voi perché ama il mondo, perché guarda gli uomini e li vede stanchi e sfiniti, e attraverso di voi vuole manifestare la sua misericordia.

Abbiate presente però che portare questo peso può risultare faticoso se si perde di vista che siamo stati scelti per stare davanti al Signore al suo servizio. Questa è la parola chiave che non dovrete scordare mai: servizio! Attraverso il vostro lavoro di docenti, ricercatori, studenti, e attraverso le altre mansioni —tutte importanti: quelle amministrative, di manutenzione, di pulizia, ecc.—, siete chiamati a servire gli altri con gioia.

Vi incoraggio allora a saper accogliere con garbo e spirito sportivo le inevitabili difficoltà che insorgeranno soprattutto agli inizi di questa attività universitaria: vi raccomando di lavorare in spirito di unità e di comprensione, con ottimismo; supererete in tal modo gli ostacoli con l’aiuto di Dio, sarete felici e —cosa ancor più importante— vi santificherete e aiuterete gli altri a santificarsi, perché starete praticando il comandamento dell’amore.

Nelle Messe in onore della Beata Vergine Maria c’è una preghiera che riassume molto bene lo spirito che anima le nuove Facoltà fin dall’inizio. Dice così: Concedi ai tuoi servi, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito, e per la gloriosa intercessione di Maria Santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine[11]. Che la Madonna, Ancella del Signore e Sede della Sapienza, interceda per tutti voi presso il Suo Divino Figlio. Amen.

[1] Messa dello Spirito Santo, Sequenza.

[2] Cfr. Ibid.

[3] Vang. (Mt 9, 35).

[4] Cfr. 1 Gv 4, 20 e il commento di Sant’Agostino a questo passo: In Epistolam Ioannis ad Parthos IX, 10.

[5] Cfr. Mt 13, 31.

[6] Seconda lettura (At 10, 38).

[7] Beato Josemaría Escrivá, Amici di Dio, n. 236.

[8] Vangelo (Mt 9, 36).

[9] Cfr. Giovanni Paolo II, Esort. apost. Salvifici doloris, 11-II-1984.

[10] Prima lettura (Dt 10, 8-9).

[11] Dal Comune della Madonna, Orazione colletta.

Romana, n. 17, Luglio-Dicembre 1993, p. 231-234.

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