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Eco mondiale del transito di Mons. del Portillo

La scomparsa di Mons. Alvaro del Portillo ha suscitato commozione e interesse nell’opinione pubblica. Sin dalle prime ore del 23 marzo, i giornali radio di molte emittenti hanno cominciato a propagare la notizia, ripresa poi diffusamente dalla stampa e dai telegiornali. La grande affluenza di fedeli accorsi a pregare davanti alle spoglie mortali del Prelato dell’Opus Dei, ha evidenziato agli occhi degli informatori il rilievo ecclesiale della figura dello scomparso.

Nei cinque continenti, persone di ogni condizione sociale hanno fatto giungere le proprie condoglianze non appena presa conoscenza della notizia della scomparsa del Prelato dell’Opus Dei. Per mezzo di lettere, articoli di giornali, dichiarazioni alla stampa, omelie, ecc., personalità di tutto il mondo, anche non cristiane, hanno manifestato il proprio dolore per la morte di Mons. Alvaro del Portillo, evidenziando l’affetto e la stima di cui godeva ovunque.

Nell’impossibilità di raccogliere una mole tanto vasta di testimonianze, che ancor oggi continuano a pervenire, ci limitiamo a segnalarne alcune fra le più significative.


Nelle pagine precedenti è stato riportato il testo del telegramma di cordoglio inviato dal Santo Padre, nel quale il Papa ricorda «con animo grato al Signore la zelante vita sacerdotale ed episcopale del defunto, l’esempio di fortezza e di fiducia nella Provvidenza divina da lui costantemente offerto, nonché la sua fedeltà alla sede di Pietro e il generoso servizio ecclesiale quale stretto collaboratore e benemerito successore del Beato Josemaría Escrivá».

Numerosissimi Cardinali e Vescovi hanno espresso sentimenti analoghi, sottolineando, con sfumature diverse, il servizio ecclesiale svolto da Mons. Alvaro del Portillo.

“È stato un esempio di fedeltà e di servizio alla Chiesa”, ha commentato il Card. Juan Landázuri, Arcivescovo emerito di Lima (Perù), mentre il Card. Jaime L. Sin, Arcivescovo di Manila (Filippine), ha affermato che Mons. del Portillo “è stato un eminente uomo di Dio, un uomo che ha amato per davvero il Signore e che il Signore ha amato in modo particolare. È stato un figlio fedele della Chiesa: il senso della comunione ecclesiale, che lo ha guidato in tutta la sua attività di Pastore, costituisce un esempio per tutto il Popolo di Dio”.

Queste autorevoli testimonianze evidenziano come il servizio alla Chiesa universale è stato reso da Mons. del Portillo, in primo luogo, mediante la sua fedeltà allo spirito dell’Opus Dei. Così il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Card. Jozef Tomko, rileva “il grande servizio che egli ha prestato alla Chiesa, vivendo e facendo vivere a tutti i membri dell’Opus Dei il messaggio del Fondatore di santificare il lavoro, santificarsi nel lavoro e santificare gli altri con il lavoro”.

Dello stesso avviso Mons. Antonio María Rouco, Arcivescovo di Santiago de Compostela, che si è riferito al ruolo svolto da Mons. Alvaro del Portillo “nella presa di coscienza da parte dei laici del fatto che tutti siamo chiamati ad essere figli di Dio. Una bella lezione, un compito urgente, che questo nostro Fratello ha saputo vivere e ha cercato di fare realtà e di diffondere nella Chiesa attraverso l’Opus Dei”.

Il Vescovo di Oita (Giappone), Mons. Peter Takaaki Hirayama, si è detto convinto che ora “Mons. del Portillo continua a lavorare perché si incrementi sempre di più il numero di coloro che possano trovare la strada della propria santificazione”.

Mons. Ambrosio Echebarría, Vescovo di Barbastro, ha confidato: “In una delle nostre ultime conversazioni abbiamo parlato della vocazione universale alla santità come un ideale arduo, ma possibile. Mi ha trasmesso una visione ottimista, ricolma di fede e di amore”.

Sull’inserimento dell’Opus Dei nella missione della Chiesa si è soffermato Mons. José Guadalupe Padilla, Vescovo di Veracruz (Messico) nell’omelia della Messa in suffragio di Mons. del Portillo: “È stato un uomo di Dio, un uomo spirituale, che ha amato la Chiesa, ha creduto nella Chiesa, ha riposto la propria speranza nella Chiesa come Corpo Mistico di Cristo Signore. Per Cristo ha offerto la propria vita al servizio di Dio e della Chiesa, continuando in questo modo l’Opera del Beato fondatore per il bene della Chiesa e delle anime. Appare infatti palese che l’Opus Dei non è un’isola: è la Chiesa e il suo fine è di contribuire ad estendere la Chiesa, a fortificarla nelle diverse regioni del mondo”.

Mons. del Portillo, sintetizza il Vescovo ausiliare di Monterrey (Messico), Mons. Alfonso Hinojosa Berrones, “ha continuato ad imprimere slancio allo sviluppo dell’Opus Dei, che è un dono fatto da Nostro Signore alla sua Chiesa in questi tempi difficili”.

Alcune personalità hanno voluto testimoniare aspetti specifici del servizio alla Chiesa reso da Mons. del Portillo. Il Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ricorda “la modestia e disponibilità in ogni circostanza” che caratterizzarono il lavoro di Mons. del Portillo come Consultore di tale Dicastero, istituzione “che egli arricchì in modo singolare con la sua competenza ed esperienza, come ho potuto costatare di persona”.

Mons. Jean-Louis Tauran, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato del Vaticano, si dice “sicuro che sarà per tutti noi un prezioso intercessore, perché era ben radicato in lui l’impegno di servire la Chiesa e, in particolare, la Sede Apostolica”.

Il Card. Camillo Ruini, Vicario del Papa per la Città di Roma, ha dichiarato: “Egli si è distinto per la pietà, l’intelligenza e l’amore alla Chiesa. Ho sempre ammirato la sua bontà d’animo, la sua penetrante conoscenza e la sua profonda comprensione delle vicende che intessono la vita della Chiesa. Come Vicario di Roma, ho sempre verificato con vera edificazione la sua dedizione e il suo amore per la diocesi del Papa”.

Il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Mons. Jan Schotte, ha “ricordato con gratitudine la sua sollecitudine verso la Chiesa e la sua collaborazione al Sinodo dei Vescovi”.

Diversi Vescovi diocesani hanno espresso la propria gratitudine per gli sforzi pastorali prodigati dalla Prelatura dell’Opus Dei nelle loro diocesi. Il Card. Joseph Satowaki, Arcivescovo emerito di Nagasaki (Giappone), dopo aver ricordato gli ultimi incontri con il Prelato, ha affermato che Mons. del Portillo “ha prestato un servizio esemplare a tutta la Chiesa, come posso testimoniare personalmente attraverso il lavoro compiuto dall’Opus Dei in questa arcidiocesi”.

Mons. Kaname Shimamoto, Arcivescovo della stessa città, ricorda Mons. del Portillo come “un Vescovo dallo zelo infuocato”; e aggiunge: “rendiamo grazie a Dio per questo straordinario Pastore e Vescovo donato dal Signore all’Opus Dei e per i frutti che egli ha effuso nella Chiesa universale attraverso la Prelatura”.

Il Card. Michele Giordano, Arivescovo di Napoli, alla conclusione della sua omelia nel Duomo di Napoli, parlando a braccio ha detto: «Esprimo anche a nome degli altri Vescovi che ne beneficiano, la mia stima e il mio apprezzamento per il lavoro che fa la Prelatura, non rumoroso, non spettacolare... Esprimo il mio apprezzamento soprattutto per l’opera formativa di tante coscienze in questa Arcidiocesi; il merito va anche a Alvaro del Portillo, a cui ho avuto occasione di manifestare alcune volte a voce tutta la mia riconoscenza e apprezzamento e lui, pur nella riservatezza che lo contraddistingueva, ne godeva intimamente».

Anche Mons. Luis Reynoso Cervantes, Vescovo di Cuernavaca (Messico) esprime “a nome della diocesi” la propria gratitudine per il lavoro apostolico svolto dall’Opus Dei nel suo territorio.

Parole analoghe ha pronunciato Mons. Zoa, Arcivescovo di Yaoundé (Camerun), ringraziando Mons. del Portillo per aver accolto l’invito, da lui stesso rivoltogli, a promuovere l’inizio delle attività della Prelatura nel suo Paese.

Mons. Suriñach, Vescovo ausiliare di Ponce (Portorico), ha dichiarato: “Sono Vescovo e, in quanto tale, sperimento in tutta la sua urgenza il bisogno che la Chiesa ha di sacerdoti. Questa necessità si avverte in tutte le diocesi. Proprio per questo sono in grado di apprezzare le iniziative per la formazione dei sacerdoti diocesani intraprese dalla Prelatura dell’Opus Dei sotto la spinta di Mons. Alvaro del Portillo”.

Per Mons. Bernardino Echeverria, OFM, Arcivescovo emerito di Guayaquil (Ecuador) e Amministratore Apostolico di Ibarra, Mons. del Portillo “è stata una figura unica. Qui, nella nostra diocesi, abbiamo un meraviglioso esempio della presenza dello spirito dell’Opus Dei”.

Oltre all’esemplare fedeltà alla Chiesa e al Papa, molti Presuli mettono in evidenza la fedeltà di Mons. Alvaro del Portillo agli insegnamenti del Fondatore dell’Opus Dei e la sua profonda unione di mente e di cuore con il Beato Josemaría. Significative a questo riguardo le parole del Card. Luis Aponte Martínez, Arcivescovo di San Juan de Puerto Rico al termine della Santa Messa in suffragio del Prelato dell’Opus Dei: “Penso che ci sarà stata una grande festa nel Cielo quando questi due uomini di Dio, il Prelato e il Fondatore, che per tanti anni hanno vissuto fianco a fianco qui sulla terra, si sono incontrati di nuovo al cospetto del Signore”.

Da parte sua, Mons. Carlo Maria Viganò, Nunzio Apostolico in Nigeria, commentando l’inizio delle attività apostoliche dell’Opus Dei in terra scandinava e in alcuni Paesi dell’Europa orientale e dell’Estremo Oriente, ha espresso la propria soddisfazione nel constatare che tutte queste realizzazioni “portano impresso il sigillo dello stile umile e semplice di Mons. del Portillo, della sua fine intuizione evangelica, della sua fedeltà al cammino tracciato dal Beato Josemaría Escrivá e del suo servizio al Santo Padre”.

Mons. Juan Larrea, Arcivescovo di Guayaquil (Ecuador), afferma che “una lealtà incrollabile al Fondatore” ha permesso a Mons. del Portillo di “portare avanti lo sviluppo dell’Opera, come se niente fosse successo, quando venne a mancare il santo Fondatore dell’Opus Dei. In un mondo attraversato dagli antagonismi —ha concluso—, la vita dell’Opus Dei è stata un esempio di concordia, di comprensione verso tutti, di vera unione nel servizio alla Chiesa, senza dare spazio a nocive ed inutili controversie”.

“Non ha voluto mai essere protagonista”, afferma Mons. Agustín García-Gasco, Arcivescovo di Valencia (Spagna), “anche se è stato una figura di spicco nella Chiesa. Cercò soltanto di essere fedele a Dio e alla Chiesa, mantenendosi leale allo spirito del Fondatore”. E in un articolo sul quotidiano locale scrive: “Quando si conoscono le dure prove che lui e l’Opera hanno dovuto sopportare, si apprezza tutto il coraggio della sua fede e il suo grande entusiasmo. Era un uomo di notevole ampiezza di vedute e dotato di non comune capacità d’iniziativa. Ci ha insegnato ad affrontare con coraggio le sfide del tempo presente, creando istituzioni assai incisive e indicando il modo grazie al quale il confronto fede-cultura-scienza diviene evangelizzazione”.

Molti sono anche stati i riferimenti alle virtù del compianto Vescovo e Prelato dell’Opus Dei. Fra gli altri, il Card. James Hickey, Arcivescovo di Washington, ha ricordato le varie occasioni in cui ebbe modo di costatare “le espressioni della sua capacità di affetto e di amicizia”.

Il Card. Franz König, Arcivescovo emerito di Vienna, ha dichiarato che Mons. del Portillo, del quale si sentiva intimo amico, “eseguì in modo esemplare” il compito di governare l’Opus Dei, e ha assicurato: “pregherò per lui nella Santa Messa e, allo stesso tempo, mi raccomanderò al Prelato scomparso”.

Il Card. Joachim Meissner, Arcivescovo di Colonia, ricordando l’ultimo incontro personale con il defunto Prelato, ha dichiarato che era “un grande cristiano, un grande sacerdote e un Vescovo modello, caratterizzato da una vivissima fede nella Provvidenza di Dio”.

Anche Mons. Michael Ugwu Eneja, Vescovo di Enugu (Nigeria), nel sottolineare lo spirito di obbedienza di Mons. del Portillo alla Chiesa e al Romano Pontefice, rileva che il Prelato dell’Opus Dei “è stato un esemplare servitore della Chiesa”.

Mons. Fernand Franck, Arcivescovo di Lussemburgo, assicura che “non solo l’Opus Dei, ma tutta la Chiesa, ha ora un nuovo intercessore in Cielo”.

L’Arcivescovo di New York, Card. John O’Connor, si è sentito in dovere di rivolgere il proprio ringraziamento a Dio “per i diversi modi in cui offre ai fedeli guide ed esempi in sintonia con le necessità dei tempi”: fra queste guide si annovera Mons. Alvaro del Portillo, che “donò pienamente se stesso al servizio del Popolo di Dio”.

Il Card. Jean-Marie Lustiger, Arcivescovo di Parigi, ha voluto unirsi “con tutto il cuore alle preghiere per questo instancabile testimone della carità di Cristo”. In termini simili si è espresso Mons. Karl Lehmann, Vescovo di Magonza e Presidente della Conferenza Episcopale tedesca.

Il Card. Angel Suquía, Arcivescovo di Madrid, che conosceva Mons. del Portillo da molti anni, sottolinea la gioia cristiana che irradiava del Prelato dell’Opus Dei: “Non ricordo di essere mai uscito da un incontro con lui senza sentirmi più allegro di quando vi ero entrato”.

Anche l’Arcivescovo di Toledo e Primate di Spagna, Card. Marcelo González, dopo essersi soffermato sul “rigore intellettuale al servizio dell’Opera e della Chiesa, la profondità intellettuale e la ricchezza soprannaturale” del defunto Prelato, ha insistito sull’esempio di gioia offertogli da Mons. del Portillo: “il Prelato dell’Opus Dei era illuminato da un sorriso perenne: parlava sorridendo”.

Il Card. Joseph Bernardin, Arcivescovo di Chicago, evoca la propria sentita gratitudine per “le preghiere e l’appoggio che mi prestò nei mesi scorsi, quando vennero propalate accuse calunniose nei miei confronti”; mentre Mons. Juliusz Paetz, Vescovo di Lomza (Polonia), conserva “assai viva nel cuore la memoria di tanti gesti di generosa bontà verso di me e la mia diocesi”.

Il Vescovo emerito di Leiria-Fatima (Portogallo), Mons. Alberto Cosme do Amaral, rileva che “la vita di Mons. Alvaro del Portillo è stata una continua contemplazione di Dio, alla cui gloria dedicò tutta l’esistenza”.

Mons. Juan Fremiot Torres Oliver, Vescovo di Ponce e Presidente della Conferenza Episcopale del Portorico, nota come “di fronte a episodi che potevano turbare, lui dava sempre risposte intrise di carità e di ottimismo”. In un lungo articolo, pubblicato da uno dei giornali di maggior diffusione del Paese, egli ha anche scritto: “Nelle mie lunghe conversazioni con Mons. del Portillo, in questi anni così agitati della vita della Chiesa, ho sempre sentito da lui parole di comprensione e di perdono per tutti. Non si è mai lasciato andare a lamenti o denunce contro nessuno. La sua comprensione verso le persone e, al tempo stesso, la sua intransigenza verso l’errore erano veramente edificanti. Sapeva cogliere il lato positivo di ogni evento, grazie soprattutto alla sua immensa fiducia in Dio”.

Dello stesso parere è Mons. Luigi Conti, Nunzio Apostolico nell’Honduras: “Il dono più prezioso lasciatoci da Mons. del Portillo è stata la sua fede luminosa di uomo di Dio; la sua vita, saldamente ancorata alla Parola di Dio e alla Volontà divina; la sua carità, che si esprimeva non solo a parole ma soprattutto nelle opere. Insomma, il suo vivere sempre intimamente configurato a Cristo e al Vangelo”.

Per Mons. José Sebastián Laboa, Nunzio Apostolico nel Paraguay, la caratteristica che più colpiva in Mons. del Portillo era “la sua capacità di scoprire la bontà di Dio in Gesù e di gioire in essa”.

Mons. Jorge Urosa Savino, Arcivescovo di Valencia (Venezuela), ha confidato la propria riconoscenza a Dio per avergli consentito di conoscere il Prelato dell’Opus Dei durante un viaggio a Roma: “Ho potuto toccare con mano la sua bontà, la sua serenità, la sua amabilità; tutto questo attirò profondamente la mia attenzione, perché dappertutto, anche dentro la Chiesa, ci stiamo dimenticando di queste virtù che rendono gradevole la vita. Egli è stato molto gentile con me, per il semplice fatto che ero un Vescovo della Chiesa di Dio. È stato gentilissimo!”.

Alcune personalità ecclesiastiche hanno posto l’accento sul fatto che il Prelato dell’Opus Dei, prima di morire, abbia potuto compiere il desiderato pellegrinaggio in Terra Santa, circostanza in cui hanno ravvisato un segno tangibile della Provvidenza divina.

“Non sappiamo quali saranno stati gli intimi slanci di Mons. del Portillo nell’ultima Messa della sua vita, celebrata nella Chiesa del Cenacolo di Gerusalemme”, ha commentato Mons. Fernando Sebastián, Arcivescovo di Pamplona (Spagna); “ma sorge spontaneamente il pensiero che per lui quel viaggio in Terra Santa sia stato quasi una premonizione dell’incontro definitivo con il Signore”.

Il Vescovo di Valparaíso (Cile), Mons. Jorge Medina Estévez, ha detto nell’omelia pronunciata nella cattedrale: “So bene con quanto amore e con quale devozione celebrava ogni giorno l’Eucaristia il mio amato confratello Alvaro. Penso che l’aver potuto concludere, al termine del pellegrinaggio in Terra Santa, la traiettoria della sua vita terrena con l’offerta del sacrificio di Cristo in un luogo così santo sia stato un premio ricevuto dal Signore”.


Sono assai numerose anche le testimonianze di stima da parte di religiosi, religiose e altre personalità ecclesiali, come il Rev. P. Flavio Roberto Carraro, Presidente dell’Unione dei Superiori Generali, o del Rev. P. Marcial Maciel, Superiore generale dei Legionari di Cristo.

Il Preposto Generale della Compagnia di Gesù, Rev. P. Peter-Hans Kolvenbach, oltre a ringraziare Dio “per il dono che lo scomparso Prelato, nel suo instancabile servizio, ha reso alla Chiesa e al mondo” e “per la sua fraterna e costante amicizia”, si dichiara certo che nel Cielo “egli intercederà anche per la Compagnia di Gesù”.

Il Fondatore di Comunione e Liberazione, Mons. Luigi Giussani, afferma che il dolore per la scomparsa di Mons. del Portillo “si trasforma nella fiduciosa certezza del suo aiuto per il cammino della nostra santità, ora che avrà ricevuto il premio per la tenera fermezza della sua fede e della sua fedeltà”.

In termini analoghi si sono espressi il Sig. Kiko Argüello, promotore del Cammino Neocatecumenale, la Sig.ra Aránzazu Aguado, Direttrice generale dell’Istituzione Teresiana, e il Rev. Antonio Petrilli, copresidente del Movimento dei Focolari.

Dal canto suo, Mons. Salvatore De Giorgi, Assistente dell’Azione Cattolica Italiana, lo ricorda come “un Pastore amabile e indimenticabile”.


Numerose anche le testimonianze di personalità del mondo civile e della cultura. Il Presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro, si unisce con amore e riconoscenza alle preghiere per chi “spese la propria lunga vita in una totale donazione alla Volontà di Dio”.

I Reali di Spagna, Juan Carlos I e Sofia, si confessano “sbigottiti dalla notizia” e assicurano le loro preghiere, mentre la Contessa di Barcellona aggiunge i propri “affettuosi saluti”.

Il neo-eletto Presidente del Venezuela, Rafael Caldera, ha dichiarato di avere appena ricevuto “un bel telegramma con le preghiere e la benedizione di Mons. del Portillo per il popolo del Venezuela. Alicia ed io, aggiunge, siamo sinceramente addolorati per la sua scomparsa, anche se siamo sicuri che ormai egli gode della gioia eterna”.

L’ex-Presidente della Repubblica Italiana, Sen. Francesco Cossiga, ha dichiarato di “ringraziare Dio per aver avuto la possibilità di trattarlo come amico, sino al punto di aver fissato un appuntamento dopo il suo rientro dalla Terra Santa. Quest’incontro non è stato possibile, ma sono sicuro che nessuno dei due è mancato all’appuntamento, anche se in un modo misterioso che appartiene all’ambito della grazia e dell’amicizia”.

Il Prof. Andrés Ollero, deputato al Parlamento spagnolo, sottolinea che anche se il Prelato “ha fatto molto per l’Opus Dei, ha fatto ancora di più per la Chiesa, poiché alla Chiesa dedicò tutti i secondi spesi per promuovere ed assistere quella porzione della Chiesa stessa che è l’Opus Dei; oltre a dedicare tante ore, per interi decenni, a lavorare nei dicasteri vaticani, strettamente unito al Sommo Pontefice”.

L’On. Ombretta Fumagalli Carulli, deputato al Parlamento italiano, ha commentato di averne “ammirato la dignità e la misura con le quali ha replicato a polemiche pretestuose innescate contro l’Opus Dei dal mondo laico e, purtroppo, talvolta anche dal mondo cattolico”.

Alcuni ricordano la figura del Prelato dell’Opus Dei rievocando qualche incontro con lui a Roma, come l’ex-Ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, Jesús Ezquerra, che rileva come “i sentimenti per la morte di don Alvaro non sono qualcosa di ufficiale, ma sinceri e personali, perché in tutti i miei incontri con lui, è stato prodigo per me e per mia moglie di innumerevoli manifestazioni di stima e di affetto”.

Lo scrittore italiano Vittorio Messori, che intervistò il Prelato pochi mesi prima della sua scomparsa, scrive sul “Corriere della Sera” che egli “era veramente un padre, come lo chiamano nell’Opus Dei. Ti veniva la voglia di confessarti, più che di fargli domande”. E, in un articolo pubblicato su “La Voce”, afferma: “Di lui mi ha colpito immediatamente la profonda religiosità, unita a un'autentica laicità (...). Aveva il look e la mentalità di un uomo del mondo”.

Un altro scrittore, lo spagnolo José Luis Olaizola, nel ricordare che il Prelato aveva celebrato l’ultima Messa nella Chiesa del Cenacolo, commenta: “Dal Cenacolo a Roma, e da Roma al Cielo. Al Signore piace prodigare queste attenzioni ai suoi buoni amici”. E aggiunge: “Ringrazio Dio per tutte le premure che ha avuto con il Padre. La più importante è stata quest’ultima: chiamarlo a Sé nel miglior momento della vita, a ottant’anni appena compiuti, con una maturità spirituale che causava meraviglia. Stare vicino a lui era sentirsi vicino a un santo”.

Il giornalista e professore universitario brasiliano, Prof. Carlos Alberto di Franco, ricorda nel giornale “O Estado de São Paulo” un recente viaggio in Italia che gli aveva permesso di incontrare Mons. del Portillo e afferma che il Prelato, “seguendo l’esempio del Fondatore dell’Opus Dei, è stato a sua volta un grande difensore della libertà e del pluralismo, valori essenziali per svolgere una buona attività giornalistica”.

Il Dott. Joaquín Navarro-Valls, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, rileva che Mons. del Portillo “rappresentava la continuità più fedele al Fondatore dell’Opus Dei. Lascia dietro di sé un’orma incancellabile, caratteristica degli uomini di Dio che hanno compiuto silenziosamente una missione per il bene degli altri, passando inosservato, senza far rumore, con grande efficacia e semplicità”.

Il Prof. Ives Gandra da Silva, insigne giurista e professore emerito dell’Università Mackenzie di San Paolo del Brasile, risalta l’impegno di Mons. del Portillo nella valorizzazione della famiglia; e aggiunge: “Lascia questa terra un amico molto amato, che ha inciso profondamente nella mia vita, in quella dei miei familiari e di molte famiglie del mondo”.

Per concludere questa rassegna, segnaliamo il telegramma spedito da Gerusalemme dal rabbino David Rosen, direttore per il dialogo interreligioso dell’organizzazione ebraica “Anti-Defamation League of B’-Nai B’Rith”. Il testo, firmato anche dalla rappresentante in Italia Lisa Palmieri-Billig e dal rabbino Leon Klenicki di New York, esprime “il più sentito cordoglio per la grande perdita di Mons. Alvaro del Portillo. Invochiamo l’aiuto del Signore perché continui l’opera di bene dell’Opus Dei nel mondo”.

Romana, n. 18, Gennaio-Giugno 1994, p. 48-56.

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