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14-22 marzo Pellegrinaggio in Terra Santa

Quando i Consigli Generali dell’Opus Dei proposero a S.E.R. Mons. Alvaro del Portillo di compiere un viaggio in Terra Santa, in occasione del suo ottantesimo compleanno e delle nozze d’oro sacerdotali, egli ne fu estremamente contento e riconoscente. La proposta gli appariva infatti come uno straordinario regalo: il Beato Josemaría, infatti, aveva a lungo accarezzato il desiderio di recarsi in pellegrinaggio nei luoghi santificati da Gesù con la sua presenza fisica, ma non aveva potuto dare compimento a questo sogno. La possibilità di intraprendere finalmente quel viaggio offriva dunque a Mons. del Portillo il modo non solo di alimentare la propria devozione, ma anche di esaudire un altro progetto caro al Fondatore.

Nei giorni immediatamente precedenti all’inizio del pellegrinaggio, egli aveva intensificato la propria preparazione spirituale accentuando l’intendimento a cui voleva fosse improntato il suo soggiorno in Terra Santa: giornate di penitenza e di ringraziamento, in stretta unione con i fedeli della Prelatura e con tutti coloro che prendono parte alle iniziative apostoliche promosse dall’Opus Dei. Perciò, tutto il tempo trascorso in Terra Santa, fin dal momento dello sbarco, è stato impregnato da un intenso spirito di raccoglimento e di preghiera, in devota venerazione delle reliquie di Nostro Signore e ripercorrendo materialmente le sue orme, nell’aspirazione di identificarsi con Lui ed essere sempre più alter Christus, ipse Christus, come amava ripetere il Beato Josemaría.


Accompagnato dal Vicario Generale dell’Opus Dei, Mons. Echevarría, da Mons. Alonso e dal Prof. José María Araquistain, Mons. del Portillo è partito alla volta di Tel Aviv nel pomeriggio del 14 marzo. Durante il viaggio, seguendo una consuetudine del Beato Josemaría, ha pregato in modo particolare per le nazioni che si trovava via via a sorvolare. Non appena si è profilata all’orizzonte la costa della Palestina, ha invocato la Madonna con tre Ave Maria e la giaculatoria Sancta Maria, Regina Terræ Sanctæ, ora pro nobis!

Ad attenderlo all’aeroporto della città israeliana vi era il Rev. Albert Steinvorth, uno dei sacerdoti che già da alcuni anni risiedono a Gerusalemme con altri fedeli laici della Prelatura, e l’Ecc.mo Sig. Aníbal Díaz, Ambasciatore dell’Uruguay presso Israele, accompagnato dalla moglie, anch’essi membri della Prelatura.

Il Prelato e i suoi accompagnatori hanno preso alloggio in un albergo della città, ove hanno trascorso la prima notte nella terra di Gesù. Nel predisporre il programma dei giorni successivi, Mons. del Portillo ha disposto che fossero adeguatamente assicurati i momenti da dedicare alla celebrazione della Santa Messa, all’orazione mentale, alla preghiera liturgica delle Ore e al compimento di diversi atti di pietà eucaristica e mariana.


Fin dal primo mattino del 15 marzo, Mons. Alvaro del Portillo si è preparato all’incontro con i suoi figli che stavano per giungere da Gerusalemme allo scopo di salutarlo. Trattenendosi con loro, si è poi interessato della situazione professionale di ciascuno e li ha incoraggiati ad affrontare tutte le eventuali difficoltà con ottimismo e visione soprannaturale.

Quindi il Prelato si è recato al Santuario della Madonna Stella Maris, situato sul Monte Carmelo, dove ha pregato per un quarto d’ora stando inginocchiato sul pavimento, in segno di penitenza. Poi ha visitato la cosiddetta “Grotta di Elia”, dove, secondo la tradizione, il profeta si ritirò durante la siccità che aveva colpito la terra di Israele.

Durante gli spostamenti in automobile, Mons. del Portillo e i suoi accompagnatori recitavano il Rosario, leggevano libri di lettura spirituale e i passi del Vangelo relativi ai Luoghi Santi che si apprestavano a visitare.

Nel pomeriggio la visita a Nazaret ha preso avvio dalla chiesa in cui si conserva un pozzo che probabilmente risale al tempo della Madonna. Come ha poi spiegato Mons. Echevarría, durante l’orazione «quel pozzo riportò alla memoria del Padre una considerazione che ha ripreso spesso nelle successive riunioni: aveva pensato che Maria, nostra Madre, questa fanciulla stupenda, eletta da Dio, pur essendo la creatura più eccelsa e dotata di tutte le perfezioni umane e soprannaturali che la mente umana può immaginare, dovette eseguire tutte le incombenze che le spettavano come sposa e come madre di famiglia. Compiti ordinari, fra i quali trascorre la vita di tutta le gente normale, come noi; compiti che la Madonna avrà svolto con straordinaria delicatezza e con immenso amore, nella certezza che, dedicandosi ad attività così apparentemente banali, stava onorando Dio e servendo le persone che dipendevano dal suo lavoro e dal suo servizio».

Poi il Prelato dell’Opus Dei si è recato nella chiesa di San Giuseppe, edificata sul luogo dove si conserva la memoria della casa del Santo Patriarca, e lì ha ricordato ai presenti gli insegnamenti del Beato Josemaría su San Giuseppe e sulla santificazione del lavoro professionale ordinario.

Infine è giunto nella Basilica dell’Annunciazione, edificata sulla grotta che fu dimora della Madonna. Qui Mons. del Portillo si è commosso nel leggere la scritta posta sotto l’altare: Verbum caro hic factum est. Quindi ha concelebrato la Santa Messa insieme con Mons. Javier Echevarría, Mons. Joaquín Alonso e il Rev. Alberto Steinvorth, alla presenza di un piccolo gruppo de fedeli della Prelatura giunti da Gerusalemme per l’occasione.

Romana, n. 18, Gennaio-Giugno 1994, p. 102-104.

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