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Un Congresso a Roma sul matrimonio e la famiglia

«Tanto per la Chiesa come per la società civile, la famiglia fondata sul matrimonio rappresenta la prima e principale via per conoscere e salvaguardare la verità e la dignità dell’uomo».

Così si è espresso il Santo Padre Giovanni Paolo II la mattina del 3 novembre, nel corso dell’udienza accordata ai trecento partecipanti al Convegno internazionale su L’espressione canonica della famiglia fondata sul matrimonio dinanzi al III millennio, a cui hanno preso parte studiosi di diversi Paesi europei e americani, dal 3 al 5 novembre.

Il Congresso, organizzato dall’Istituto di Scienze della Famiglia dell’Università di Navarra con la collaborazione dell’Ateneo Romano della Santa Croce, ha avuto il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Famiglia e della Associazione Internazionale per la Promozione dello Studio del Diritto Canonico, ed ha costituito un contributo specifico della scienza canonistica all’Anno Internazionale della Famiglia.

L’Udienza con il Santo Padre

Nell’indirizzo di saluto rivolto al Santo Padre, il Rettore Magnifico dell’Ateneo Romano della Santa Croce, Mons. Lluís Clavell, ha evidenziato come la profonda sollecitudine pastorale di Giovanni Paolo II per la famiglia giustifica che che egli venga chiamato «il Papa della famiglia». Quindi ha espresso i più affettuosi auguri al Santo Padre, il cui onomastico ricorreva il giorno successivo.

In occasione della ricorrenza, l’Istituto di Scienze per la Famiglia ha voluto donare al Romano Pontefice l’Enchiridion Familiæ, opera pubblicata in collaborazione con l’Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, di Roma, che raccoglie in sei volumi, per un totale di seimila pagine, il magistero ecclesiastico sul matrimonio e la famiglia dall’inizio fino ai nostri giorni. «Dalle sue pagine —ha detto Mons. Clavell— appare che quasi la metà di questo Magistero appartiene al Suo Pontificato».

Il Santo Padre ha poi pronunciato il seguente discorso:

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Sono lieto di accogliere in voi i partecipanti al Convegno “L’espressione canonica della famiglia fondata sul matrimonio dinanzi al III Millennio”, promosso dall’Istituto di Scienze per la Famiglia dell’Università di Navarra, e celebrato a Roma dall’Ateneo Romano della Santa Croce, con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Famiglia e della “Consociatio Internationalis studio Iuris Canonici promovendo”.

Saluto Mons. Eugenio Corecco, Presidente della “Consociatio”, il Rettore Magnifico dell’Ateneo Romano della Santa Croce, Mons. Luis Clavell —al quale sono molto grato per il saluto rivoltomi—, e il Direttore dell’istituto di Scienze per la Famiglia dell’Università di Navarra, Professor Pedro Juan Viladrich. Saluto pure i Relatori e tutti voi che avete preso parte a questo incontro di studio, che rappresenta una tappa significativa del programma di ricerca intrapreso dal vostro Istituto come contributo specifico della scienza canonistica all’Anno Internazionale della Famiglia.

2. La Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, si è sentita sempre intimamente unita alla famiglia, giacché è nella famiglia di Nazaret che si è realizzato il mistero divino dell’Incarnazione del Verbo. Lungo i secoli, la comunità cristiana ha cercato di esprimere in modo sempre più profondo quella grande verità secondo cui fin dal principio (Gn 1, 1), nella creazione dell’essere umano come uomo e donna, la comunità coniugale e la famiglia fondata su di essa sono una speciale e privilegiata rivelazione del Dio Trino e, nel contempo, una rivelazione della costitutiva natura familiare della persona umana. Come ho scritto nella Lettera alle Famiglie, “alla luce del Nuovo Testamento è possibile scoprire che il modello originario della famiglia va ricercato in Dio stesso, nel mistero trinitario della sua vita” (n. 6).

Per questo, tanto per la Chiesa come per la società civile, la famiglia fondata sul matrimonio rappresenta la prima e principale via per conoscere e salvaguardare la verità e la dignità dell’uomo (cfr. ibid., n. 2). Esiste un legame essenziale fra il mistero e la missione della Chiesa ed il destino storico della famiglia. In questo senso, in ogni epoca è stato compito della Chiesa, anche attraverso la disciplina canonica, rendere palesi al Popolo di Dio e alla comunità umana i successivi approfondimenti nella comprensione del matrimonio e della famiglia realizzati a partire dalla Rivelazione, dalla Tradizione e dal Magistero. Ciò comporta una migliore conoscenza non solo dell’uomo e della donna, ma anche del destino di comunione amorosa che il Signore ha previsto per ogni persona e per l’intera umanità.

In questa nostra epoca è purtroppo incombente il rischio di frantumare l’originaria armonia inscritta al principio nell’uomo e rappresentata dal dono divino della famiglia. Assistiamo a diversi tentativi di spezzare i legami che uniscono il senso sponsale della sessualità umana con la verità dell’amore tra l’uomo e la donna, il matrimonio con la fecondità, la famiglia con l’intera società.

Insieme a questi elementi inquietanti la nostra epoca, forse come nessun’ altra prima, offre però al Popolo di Dio ed alla cultura giuridica della comunità umana l’occasione per una più ricca e completa espressione canonica della famiglia fondata sul matrimonio. Vanno pertanto incoraggiati i lodevoli sforzi condotti dalla scienza canonistica in tale direzione. Di essi il vostro Convegno è una significativa testimonianza.

3. Nella ricerca e nella riflessione di questi giorni, voi state considerando l’armonia insita nella famiglia come dono di Dio all’uomo, prendendo le mosse dalla persona umana in cui si uniscono sostanzialmente sessualità, corporeità e principio personale. In tale ottica l’amore sessuale umano appare come integrazione tra le dinamiche istintive, affettive e volontarie dell’uomo. Il patto coniugale, a sua volta, si presenta come il potere di dar vita ad una vera comunione tra i coniugi a partire dalla dualità sessuale. Ha origine così quella comunità coniugale di vita e di amore che fonde insieme due esseri umani aprendoli al tempo stesso alla procreazione ed educazione dei figli. Nasce in tal modo la famiglia che, essendo comunità di sposi, genitori, figli e fratelli, si pone come cellula fondamentale della società e quale chiesa domestica. Questa profonda sequenza di elementi antropologici, che scopre e tutela la verità sull’uomo, ha assunto nell’incarnazione e Redenzione del Verbo la dimensione di un nuovo grande mistero: lo stesso Signore, Sposo della Chiesa, si dona come Sposo agli sposi nella sacramentalità del matrimonio cristiano.

4. “La Chiesa professa che il matrimonio, come sacramento dell’alleanza tra gli sposi, è un grande mistero, giacché in esso si manifesta l’amore sponsale di Cristo per la sua Chiesa” (ibid., n. 19). A proposito di questo grande mistero, mette conto riflettere sull’intervento della Vergine Maria nelle nozze di Cana di Galilea. Maria è la donna che unisce in sé le qualità di figlia di Dio Padre, madre di Dio Figlio e sposa di Dio Spirito Santo. Ella, nella sua delicata sollecitudine materna, avverte le difficoltà della circostanza e l’imbarazzo degli sposi: rileva i limiti delle previsioni nuziali umane. “Non hanno più vino” (Gv 2, 3). Nel momento in cui Gesù sta terminando il tempo della vita domestica per dare inizio a quella pubblica, la Madonna intercede affinché Egli intervenga. E’ Maria che insiste: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 5). E il Signore converte l’acqua nel vino nuovo e migliore, segno dell’Amore divino che trasforma l’amore umano e lo rende vocazione redentrice e cammino di santità cristiana.

Cari Fratelli e Sorelle! Possa la scienza canonistica contemplare la Madre, e la Madre accogliere questa vostra responsabilità di approfondire l’espressione canonica della famiglia fondata sul sacramento del matrimonio, nonché le diverse iniziative dell’istituto di Scienze per la Famiglia durante quest’Anno Internazionale!

Con tali sentimenti, di cuore imparto a tutti voi la mia Benedizione.

Le sessioni del Congresso

I lavori erano stati aperti nella mattinata del 3 novembre dagli interventi introduttivi di S.E.R. Mons. Eugenio Corecco, Presidente dell’Associazione Internazionale per la Promozione dello Studio del Diritto Canonico; di S.E.R. Mons. Elio Sgreccia, Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia; del Prof. Pedro Juan Viladrich, Direttore dell’Istituto di Scienze per la Famiglia dell’Università di Navarra; e del Rettore dell’Ateneo Romano della Santa Croce, Mons. Lluís Clavell.

Nel pomeriggio la prima tavola rotonda, moderata da Mons. Corecco, è stata dedicata alla riflessione sui contributi dell’antropologia teologica e filosofica sulla sessualità umana e le conseguenze da essi derivanti circa l’espressione canonica del matrimonio e della famiglia.

Venerdì 4 novembre è stato affrontato lo studio dell’articolazione tra matrimonio e famiglia, analizzando il patto coniugale come fondamento del matrimonio, che a sua volta costituisce il nucleo permanente della famiglia. Gli interventi sono stati introdotti dalla Prof.ssa Ombretta Fumagalli Carulli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Alla sacramentalità del matrimonio e alla sua dimensione familiare è stata dedicata la sessione pomeridiana, moderata da Mons. Mario F. Pompedda, Decano del Tribunale della Rota Romana.

I lavori si sono conclusi sabato 5 novembre con due tavole rotonde: la prima, condotta dal Prof. Cesare Mirabelli, Giudice della Corte Costituzionale Italiana, ha avuto per tema la diagnosi sulla situazione del sistema matrimoniale canonico nel quadro dell’attuale crisi della famiglia. È quindi seguita la sessione conclusiva, concernente il riconoscimento dei diritti della famiglia nel diritto canonico e negli ordinamenti civili, moderata dal Prof. Giorgio Feliciani, Vice-Presidente dell’Associazione Internazionale per la Promozione dello Studio del Diritto Canonico e Ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Dall’insieme dei numerosi interventi è risultata la necessità, all’interno dell’ordinamento canonico, della elaborazione sistematica di un diritto matrimoniale nel quadro del diritto di famiglia. In questo senso va intesa l’affermazione del Papa Giovanni Paolo II, secondo la quale, sviluppando le conseguenze giuridiche della nozione di famiglia come «chiesa domestica», la famiglia appare come la principale via della Chiesa. Inoltre si è riscontrata la profondità del collegamento tra i diritti dell’uomo e quelli della famiglia poiché, prima e di fronte alla società ed allo Stato, il soggetto dei diritti fondamentali dell’uomo è anzitutto un soggetto familiare.

Romana, n. 19, Luglio-Dicembre 1994, p. 319-322.

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