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LAVORO E CULTURA IN POLONIA

Più di duecento universitari di tutta l'Europa, che ricevono formazione cristiana in Centri della Prelatura Opus Dei, hanno dedicato alcune settimane delle loro vacanze a collaborare alla costruzione di tre chiese in Polonia, nella diocesi di Katowice.

Il programma si è iscritto nell'ampio progetto culturale del Convegno Universitario Europeo 1986, sviluppato nelle sedi di Vienna, Katowice e Cracovia. Con il programma "Europa, anno 2000: il nostro futuro di fronte alle pressioni del materialismo pratico e teorico", ci si proponeva di riflettere sull'avvenire della cultura europea, attraverso l'analisi delle sue comuni radici e del suo sviluppo in ambienti socio-politici molto diversi. Tale studio, condotto mediante seminari e conferenze a Katowice e Cracovia, si è concluso con un simposio a Vienna. La fase che si è svolta in Polonia si è compaginata con la realizzazione della suddetta attività di carattere sociale. Pszczyna, Kostuchna e Tychy sono i nomi delle tre località della Slesia dove, dal 6 luglio al 13 settembre, si sono dati appuntamento studenti austriaci, belgi, francesi, spagnoli, tedeschi, svizzeri, olandesi e italiani, distribuiti in undici campi di lavoro di quindici giorni di durata ciascuno.

L'iniziativa è partita dalla Studentenheim Birkbrunn, una Residenza universitaria di Vienna, nel venire a conoscenza del progetto in cui sono attualmente impegnati i cattolici polacchi: la costruzione di un migliaio di chiese in tutto il territorio nazionale. Dal momento che i piani urbanistici ufficiali non contemplano la costruzione di templi per il culto, la Gerarchia ecclesiastica polacca si è assunta la responsabilità —con l'aiuto volontario, senza retribuzione alcuna e fuori dall'orario normale di lavoro, di molti fedeli cattolici— di provvedere anche materialmente alle necessità pastorali del Paese. Per dare seguito al desiderio di collaborare con i polacchi nella realizzazione del loro progetto, la Residenza Birkbrunn è entrata in contatto con istituzioni universitarie dirette da membri dell'Opus Dei in tutta Europa, che hanno accolto con interesse l'iniziativa. Il Vicario Regionale della Prelatura in Austria ha fatto presente la disponibiltà così raggiunta alla Conferenza Episcopale di Polonia, che ha suggerito che i lavori si svolgessero nella diocesi di Katowice. In seguito, con Mons. Damian Simon, Vescovo del capoluogo della Slesia, e con il suo segretario, il Rev. Dott. Skwork, sono stati precisati i termini e le prospettive di tale collaborazione.

Non è possibile enumerare tutti gli aspetti positivi che ha presentato un incontro, durato più di due mesi, tra il popolo polacco e universitari di quasi tutte le nazioni dell'Europa occidentale. Bisogna tuttavia porre in rilievo lo spirito di servizio con cui si è operato e la sintonia perfetta che ha sempre regnato: con i lavoratori con cui si condivideva la fatica, con i rappresentanti della Gerarchia ecclesiastica locale, con i fedeli delle tre parrocchie in cui si è operato.

Gli universitari sono stati ricevuti dall'Arcivescovo di Cracovia, Card. Macharski; dal Vescovo di Katowice, Mons. Simon, e dai suoi Vescovi Ausiliari Mons. Zimniak e Mons. Domin; infine da Mons. Novak, Vescovo di Czestochowa. Tutti questi incontri sono stati caratterizzati da un'accoglienza colma di affetto; i prelati menzionati hanno evidenziato lo stimolo morale che la presenza di giovani dell'Occidente europeo aveva comportato per l'ambizioso progetto di costruzioni. Essi hanno ringraziato la Prelatura Opus Dei per la formazione che offre a questi giovani, aiutandoli a vibrare all'unisono intorno all'ideale cristiano, che li ha spinti a prestare un aiuto fraterno ai cattolici di altri Paesi. Così pure hanno espresso il desiderio che, quanto prima, la Prelatura possa svolgere un'attività apostolica stabile in Polonia.

Sia i parroci sia i fedeli di dette tre località hanno espresso con innumerevoli attenzioni la loro gratitudine nei confronti degli studenti che avevano prestato il loro aiuto nei loro paesi; e l'amicizia è sorta, profonda e cordiale. Si è così raggiunto un ricco rapporto umano con la popolazione polacca: insieme si è lavorato, si è assistito alla Santa Messa e ad altre cerimonie liturgiche, si è fatto sport, si è partecipato a riunioni informali con gli abitanti delle rispettive località... Anche diversi professori e studenti polacchi hanno partecipato alle attività culturali del Convegno Universitario.

Il programma quotidiano prevedeva l'impiego di cinque ore nella costruzione dei diversi complessi parrocchiali. Un compito duro, specialmente per persone poco abituate al lavoro manuale; ma umanamente e soprannaturalmente molto formativo. Le ore del pomeriggio, invece, erano dedicate allo sviluppo di un intenso programma di formazione culturale e dottrinale. A Katowice e a Cracovia si sono tenute conferenze e incontri con professori universitari di diverse specialità, che hanno interessato i vari aspetti del tema proposto. D'altra parte, le attività di formazione spirituale, come lo studio della dottrina cattolica, hanno aiutato i partecipanti ad approfondire la propria fede, irrobustita dall'esempio mirabile del popolo polacco.

Alcune sere e alcuni giorni di festa i partecipanti si sono recati in pellegrinaggio al santuario di Jasna Góra per pregare davanti alla Madonna di Czestochowa. Sono stati anche a Wadowice, dove hanno visitato la casa natale di Giovanni Paolo II. Lì hanno potuto pregare per le sue intenzioni, dinanzi al fonte dove egli ha ricevuto il sacramento del Battesimo. La visita è valsa ad aumentare l'amore e l'unione con il Romano Pontefice. Sono stati meta dei partecipanti anche i cantieri di Danzica, le miniere di sale di Wielicka e il campo di concentramento di Auschwitz.

Dal 13 al 19 settembre, terminato l'ultimo turno di lavoro in Polonia, si è tenuto un simposio di chiusura del Convegno Universitario Europeo presso la Tagungshaus Hohewand, un Centro per convegni e ritiri spirituali che sorge a Dreistetten, tra Vienna e Graz. Il momento più rilevante del convegno è stata la conferenza del Card. König sul tema: "Cristianesimo e futuro dell'Europa". Il suo invito, rivolto agli universitari, a collaborare con responsabilità personale alla ricristianizzazione, ha trovato gli animi ben preparati. Il Cardinale ha precisato che l'Europa necessita un'urgente autoevangelizzazione, cioè una riscoperta dei valori cristiani che hanno reso illustre il Vecchio Continente.

Tra gli altri relatori va sottolineata la presenza di personalità di primo piano come il Vicepresidente del Parlamento austriaco, Prof. Schambek; di docenti di diverse università europee, come i Proff. Morra (Bologna), Pöltner (Vienna), Rhonheimer (Zurigo) e Koja (Salisburgo); e anche di giornalisti come il Dott. Schulmeister (Die Presse, Vienna), il Dott. Meier (Frankfurter Allgemeine Zeitung, Francoforte) e il Dott. Estarriol (La Vanguardia, Barcellona). Questi studiosi e professionisti hanno esposto le loro tesi sul futuro del Vecchio Continente in relazione al superamento dei vari aspetti del materialismo. In un costruttivo dialogo, gli studenti hanno presentato una sintesi della loro recente esperienza in un Paese dell'Est.

I lavori del convegno si sono conclusi con l'intervento del Presidente della Repubblica, Dott. Kurt Waldheim. Questi, nel suo discorso, ha affermato che per ringiovanire l'Europa alla soglia del Duemila, sarebbe stato necessario promuovere altre iniziative come questa, in cui gli universitari più che con le parole avevano parlato con fatti profondamente cristiani.

Romana, n. 3, Luglio-Dicembre 1986, p. 306-308.

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