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In occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace, indetta da Giovanni Paolo II ad Assisi il 27 ottobre 1986, il Prelato dell'Opus Dei ha scritto ai fedeli della Prelatura una Lettera pastorale, incitandoli ad unirsi al Santo Padre

Roma, 13 ottobre 1986

Beatissimo Padre,

da settimane ormai —da quando Vostra Santità ha indetto la Giornata ecumenica ed interreligiosa di Assisi— mi sto unendo alle preghiere ed alle intenzioni del Santo Padre per i frutti di quel giorno di preghiera per la Pace; assieme a me lo stanno facendo, con filiale sintonia di intenti, i membri della Prelatura, sacerdoti e laici, sparsi in tutto il mondo.

Prego molto lo Spirito Santo, attraverso l'intercessione della Sua Sposa Immacolata, perché operi sui cuori di coloro che hanno sentito l'appello di Vostra Santità, affinché lo ascoltino e lo traducano in opere, ognuno nel proprio ambito. Più si avvicina quel giorno, più si fa vivo in me il bisogno di intensificare preghiere e sacrifici, per ottenere della infinita Misericordia Divina che voglia dare efficacia a questa altissima aspirazione del Santo Padre e rimediare questa enorme necessità dell'umanità intera e della Chiesa Santa.

Anche per questo, ho voluto ribadire ai fedeli della Prelatura, con una lettera —che mi permetto di unire alla presente, e che sta per giungere alle loro mani— l'urgenza di unirsi alle preghiere del Santo Padre con il generoso impegno di figli che vogliono sempre, con tutta la loro mente e tutto il loro cuore, sentire cum Petro et cum Ecclesia.

Grato per avermi concesso di aprirGli il mio animo, Le rinnovo la nostra più ferma adesione alla Sua Persona e alle Sue intenzioni, e Le chiedo, Santo Padre, che voglia inviarci la Sua desiderata Benedizione apostolica, mentre mi confermo, come sempre,

della Santità Vostra

dev.mo, obb.mo ed um.mo figlio

Alvaro del Portillo

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A Sua Santità

il Papa Giovanni Paolo II

CITTA` DEL VATICANO

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Carissimi, che Gesù protegga le mie figlie ed i miei figli!

1. La prossima celebrazione, ad Assisi, della Giornata ecumenica ed interreligiosa di preghiera per la pace è stata oggetto delle nostre suppliche alla Trinità Santissima nei mesi trascorsi da quando fu convocata dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Inoltre, lo scorso 4 ottobre, abbiamo ascoltato con emozione il solenne appello rivolto dal Papa a tutti coloro che, in un modo o nell'altro, sono responsabili delle guerre e delle violenze da cui è oggi afflitta l'umanità: un appello affinché "osservino, almeno durante tutta la giornata del 27 ottobre, una tregua completa dei combattimenti"[1].

2. La pace è un bene di valore inestimabile, necessario affinché le persone ed i popoli possano vivere e progredire secondo la dignità dell'uomo, immagine e somiglianza di Dio. Ed invece, vi è tanta mancanza di pace nel mondo! Vi è tanta ingiustizia, tanto odio, tanta disunione! Come ricordava il Santo Padre, "i cristiani, illuminati dalla fede, sanno che la ragione definitiva per cui il mondo è teatro di divisioni, tensioni, rivalità, blocchi ed ingiuste diseguaglianze, invece di essere un luogo di genuina fraternità, è il peccato, che vuol dire il disordine morale dell'uomo. Ma i cristiani sanno anche che la grazia di Cristo, che può trasformare questa condizione umana, viene continuamente offerta al mondo, poiché 'dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia' (Rm5, 20)"[2]. Perciò non è possibile la pace del mondo finché non c'è pace con Dio nel cuore dell'uomo: "E' inutile reclamare la serenità esteriore quando manca la tranquillità nelle coscienze"[3]. Ma proprio per questo non possiamo ammettere il pessimismo: ce lo impedisce la nostra fede in Cristo; "Egli infatti è la nostra Pace"[4]; in Lui Dio ha riconciliato con Sé il mondo[5], purificando le coscienze degli uomini con il suo Sangue[6]. Dobbiamo quindi fare eco alla voce del Vicario di Cristo che, sostenuto dalla Grazia del Paraclito, regge il timone della barca di Pietro: a noi, suoi figli, spetta il compito di diffondere queste chiamate di Dio in tutti gli angoli della terra; nel posto in cui ci troviamo, dobbiamo tradurre in pratica gli aneliti apostolici che stanno a cuore alla Santa Chiesa.

3. Perciò, quando è ormai imminente la Giornata di Assisi, dobbiamo sforzarci perché salga al Cielo un forte clamore di preghiere, accompagnate dal digiuno, per la pace del mondo. Siatene convinti: la fede cristiana ci permette di comprendere quanto vale in se stessa questa supplica che, per la Misericordia di Dio, sarà efficace. Allo stesso tempo, quest'avvenimento offrirà un'eloquente testimonianza che potrà risvegliare in molti la consapevolezza del valore della preghiera e della mortificazione. Inoltre, la grandissima varietà religiosa di coloro che converranno ad Assisi costituirà un'occasione per intensificare il dialogo ecumenico ed interconfessionale, evitando —come ha indicato esplicitamente il Santo Padre— non solo il sincretismo ma persino qualsiasi apparenza di sincretismo, che è diametralmente opposto al vero ecumenismo[7].

4. Sono, dunque, numerose ed importanti le intenzioni che la data del prossimo 27 ottobre offre al nostro spirito di orazione e di penitenza. Una di queste è che lo Spirito Santo smuova i cuori affinché sia accolto efficacemente l'invito del Santo Padre ad una tregua universale delle guerre e delle guerriglie, del terrorismo e delle altre manifestazioni di violenza che insanguinano il mondo. Può forse una semplice giornata di tregua ristabilire la pace? Sicuramente no; il Romano Pontefice non ha chiesto questa pausa come se si trattasse di una soluzione, ma la richiede come un segno, perché sa che anche i segni sono efficaci: "Lancio con fiducia questo appello —ha affermato Giovanni Paolo II—, perché credo al valore e all'efficacia spirituale dei segni. La tregua del 27 ottobre sia un incitamento, per le Parti in conflitto, a intraprendere o a proseguire una riflessione sui motivi che le spingono a ricercare attraverso la forza, con il suo seguito di miserie umane, quello che potrebbero invece ottenere attraverso i negoziati sinceri e il ricorso agli altri mezzi offerti dal diritto"[8].

5. E' desiderio del Santo Padre che in tutto il mondo vengano attuate iniziative pastorali in comunione con la celebrazione di Assisi. Perciò, oltre ad invitarvi a continuare ad offrire preghiera e penitenza per i frutti di questa celebrazione, nel modo in cui detta a ciascuno la devozione personale, il 27 ottobre, nelle chiese e negli oratori della Prelatura, sarà celebrata, ad mentem Romani Pontificis, la Santa Messa pro pace et iustitia servanda; nella predicazione dei sacerdoti, com'è ovvio, saranno particolarmente presenti i diversi aspetti che vi ricordo in questa lettera; e nei Centri della Prelatura ci uniremo al digiuno di mezza giornata che osserveranno i partecipanti agli atti che si svolgeranno ad Assisi. Inoltre, ogni fedele della Prelatura, nella propria famiglia e nel suo ambiente professionale e sociale, cercherà di spingere molti altri ad unirsi, soprattutto in questo giorno, sinceramente e fattivamente alla Chiesa, al Papa e ai Vescovi, nel loro impegno per promuovere la pace e la concordia tra gli uomini e tra tutti i popoli.

6. Figlie e figli miei, sapete bene che la pace del mondo è una meta ardua, ma che non è un'utopia. Ve lo ricordo con le seguenti parole che conoscete ed avete meditato molte volte: "Pace, verità, unità, giustizia. Come sembra difficile, a volte, la missione di superare le barriere che impediscono la convivenza umana! Eppure noi cristiani siamo chiamati a operare il grande miracolo della fraternità, a ottenere, con l'aiuto della grazia divina, che gli uomini si comportino fra di loro cristianamente, portando gli uni i pesi degli altri (Gal 6, 2), vivendo il comandamento dell'Amore, che è vincolo di perfezione e riassume tutta la legge (cfr. Col 3, 14 e Rm 13, 10)"[9]. Vi rammento inoltre, con un'altra espressione del nostro Fondatore, che dobbiamo vivere con una gioia ed un ottimismo contagiosi quest'avventura affascinante di diffondere il Vangelo, portando la pace di Gesù Cristo —pacem meam do vobis[10] - in tutti gli ambienti degli uomini, senza posa e senza stanchezza.

Ricorriamo alla materna intercessione di Santa Maria, Regina della Pace, affinché Lei guidi sempre tutti in questo compito, umano e cristiano, di seminare la pace di Cristo nelle coscienze, nelle famiglie, nei popoli e tra i popoli.

Con grande affetto e con la benedizione del nostro amatissimo Fondatore, vi benedice

vostro Padre

Alvaro

Roma, 11 ottobre 1986

[1] Giovanni Paolo II, Discorso, Lione, 4-X-1986.

[2] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XIX Giornata Mondiale della Pace, 8-XII-1985, n. 6.

[3] J. Escrivá de Balaguer, E' Gesù che passa, n. 73.

[4] Ef 2, 14.

[5] Cfr. 2 Cor 5, 19

[6] Cfr. Eb 9, 14.

[7] Cfr. Card. R. Etchegaray, Quelques traits majeurs de la "Journée de prière d'Assise", Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, 10-X-1986, n. 4.

[8] Giovanni Paolo II, Discorso, Lione, 4-X-1986.

[9] J. Escrivá de Balaguer, E' Gesù che passa, n. 157.

[10] Gv 14, 27.

Romana, n. 3, Luglio-Dicembre 1986, p. 259.

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