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Kinshasa, R.D. Congo. Quattro incontri in Congo

Dal 6 al 27 aprile, per quattro sabati consecutivi, 150 studentesse universitarie e giovani professioniste si sono date appuntamento a Tangwa, un Centro Culturale Universitario a Kinshasa, per conoscere meglio la figura e il messaggio del beato Josemaría Escrivá, come sorgente di ispirazione per far partire altre iniziative in favore della promozione sociale della donna.

Ha presentato queste giornate la dott.ssa Amisi, che ha citato un testo del Beato Josemaría nel quale è spiegata la ragion d’essere delle iniziative presentate: “Un uomo o una società che non reagisca di fronte alle tribolazioni o alle ingiustizie, e che non si impegni ad alleviarle, non è un uomo o una società a misura dell’amore del Cuore di Cristo”. Durante gli interventi si è cercato di riflettere sulla necessità di trovare soluzioni che contribuiscano realmente allo sviluppo, e il lavoro ben fatto, con spirito di servizio, è stato individuato come il cammino più idoneo per raggiungerlo.

Poche persone a Kinshasa possono dire di aver conosciuto personalmente il beato Josemaría. La dott.ssa María Dolores Mazuecos ha potuto raccontare i suoi ricordi personali del fondatore dell’Opus Dei, vicino al quale ha vissuto negli anni ‘70. Ha descritto l’immenso panorama che il Beato Josemaría prospettava già dagli anni ‘40, assicurando che un giorno sarebbero divenute realtà in tutto il mondo svariate iniziative per la promozione della donna.

L’intervento di Annick Rascar, direttrice dell’Istituto Superiore di Scienze Infermieristiche (ISSI), creato nel 1997, ha dimostrato che questo sogno a poco a poco va diventando realtà anche a Kinshasa. L’ISSI fa in modo che le sue alunne acquistino una seria formazione professionale, imbevuta dei valori umani e cristiani. Tre leve di infermiere hanno già ottenuto il diploma e lavorano in varie istituzioni ospedaliere della capitale e dell’interno del Paese.

Nelly Tshela, direttrice tecnica del Liceo Professionale Kimbondo, in una conferenza dal titolo “Tradizione e sviluppo non sono in contraddizione”, ha spiegato la gestazione e la nascita del Liceo, dalle prime lezioni date all’aria aperta sotto un albero, fino all’odierno vasto lavoro educativo e sociale che si svolge in un grande quartiere rurale nei dintorni di Kinshasa.

Un documentario, seguito da un dibattito, sui progetti di sviluppo in vari paesi del mondo, tra i quali il Centro Medico Monkole, di Kinshasa, ha concluso la serie degli appuntamenti. A una domanda di chi chiedeva se valeva la pena complicarsi la vita per questo tipo di iniziative, la risposta di una partecipante riassumeva il parere dell’assemblea: promuovere questo tipo di iniziative non è complicarsi la vita, ma darle un senso.

Romana, n. 34, Gennaio-Giugno 2002, p. 142-143.

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