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ALL'INIZIO DELL'ANNO MARIANO

Ormai alle soglie del terzo millennio dell'Era Cristiana, il Romano Pontefice invita il popolo cristiano ad affrettare il passo verso il Signore, a progredire decisamente nella fede. Al di là della portata storica rappresentata dal compimento del secondo millennio dell'Incarnazione redentrice, il Santo Padre coglie l'occasione per tracciare un bilancio attraverso l'indizione di un Anno Mariano nella Chiesa universale. L'uomo ha raggiunto vette fino ad ora insospettate nella scienza e nel progresso materiale; dispone di copiose risorse per operare il bene, ma possiede anche mezzi ingenti per realizzare il male. Oggi giorno la condotta professionale, sociale, familiare di ogni individuo, orientata verso Dio o verso il proprio egoismo, può avere ripercussioni incalcolabili. Se da una parte è evidente che è possibile rendere gloria al Signore utilizzando il potere della scienza e della tecnica al servizio degli uomini e secondo il disegno della Creazione, dall'altra è patente il deprecabile svilimento della dignità umana prodotto dall'uso indiscriminato degli stessi mezzi. E' pertanto di particolare importanza che i cristiani ravvivino la propria fede, acquisiscano una solida formazione spirituale, riscoprano le meraviglie della grazia, l'Amore misericordioso di Gesù e la pace incomparabile che si sperimenta nel vivere uniti a Lui. Questo è l'intento del Papa nel ricordare con insistenza alla Chiesa il giubileo bimillenario della nascita di Cristo quale meta di un profondo rinnovamento. Perciò ci esorta ad avvicinarci sin da ora al Figlio di Dio seguendo il sentiero più rapido: Maria Santissima. Per assecondare i desideri del Santo Padre il Prelato dell'Opus Dei, Mons. Alvaro del Portillo, ha rivolto una Lettera pastorale ai membri della Prelatura, il cui testo integrale viene riportato in altre pagine di questo numero di "Romana". Egli, tra l'altro, scrive: "Chiedo alla Vergine Immacolata che, fin dal principio dell'Anno Mariano, con l'aiuto divino, si compia un salto di qualità nella nostra brama di santità e nel nostro zelo apostolico nel bel mezzo del lavoro professionale ordinario, che è proprio il fine della nostra peculiare vocazione divina all'interno della Chiesa"[1] Al Santo Padre sta a cuore che i cristiani considerino nuovamente l'amore materno di Maria, il suo continuo "precedere" il Popolo di Dio in cammino verso l'eternità, la sua sollecita assistenza nelle vicende degli uomini. Come l'Avvento precede nella liturgia la grande festa del Natale, analogamente accanto alla Madonna dobbiamo prepararci alla solenne ricorrenza cristologica dell'anno duemila. "Se dunque gli anni che ci avvicinano alla conclusione del secondo Millennio dopo Cristo e all'inizio del terzo, vengono rapportati a quell'antica attesa storica del Salvatore, diventa particolarmente comprensibile che in questo periodo desideriamo rivolgerci in modo speciale a colei, che nella -notte- dell'attesa dell'Avvento cominciò a splendere come una vera -stella del mattino- (Stella matutina). Infatti, come questa stella insieme con l'-aurora- precede il sorgere del sole, così Maria fin dalla sua concezione immacolata ha preceduto la venuta del Salvatore, il sorgere del -sole di giustizia- nella storia del genere umano"[2] Non si tratta però di una semplice commemorazione. Il Papa guarda a quest'Anno Mariano come ad un'occasione privilegiata per un radicale rinnovamento spirituale di tutti i cristiani. "Mediante questo Anno Mariano la Chiesa viene chiamata non solo a ricordare tutto ciò che nel suo passato testimonia la speciale, materna cooperazione della Madre di Dio all'opera della salvezza in Cristo Signore, ma anche a preparare, da parte sua, per il futuro le vie di questa cooperazione: poiché il termine del secondo Millennio cristiano apre come una nuova prospettiva"[3] La Chiesa addita ai suoi figli il cammino per irrobustire ed intensificare la vita soprannaturale e, di conseguenza, l'influsso cristiano nel mondo: li invita ad una conoscenza più approfondita del ruolo della Santissima Vergine nell'economia della salvezza, nella vita della Chiesa e nella vita spirituale di ogni persona, e ad un rapporto più assiduo e filiale con la Madre nostra del Cielo[4] Il Santo Padre ha indicato alcuni aspetti concreti, da mettere in pratica e da meditare, nei quali dobbiamo imitare la Madonna. Bisogna tra l'altro "praticare particolarmente quegli atteggiamenti cristiani fondamentali, che troviamo in Maria in modo esemplare: il suo all'imperscrutabile volere di Dio; il suo ringraziamento per il comando divino; il suo ascoltare e custodire la Parola di Dio; il suo riferimento a Gesù: "fate quello che vi dirà" (Gv 2, 5); il suo sostare sotto la Croce e la sua comunione con i discepoli in preghiera, nell'attesa dello Spirito Santo. Maria ci conduce, attraverso la comunione della Chiesa, a suo Figlio e con ciò al fine della nostra vita cristiana, alla santa comunione con Dio, che ci è stata già donata nel Battesimo e che si compirà nella nostra risurrezione"[5] "In una parola —osserva Mons. del Portillo nella suddetta Lettera pastorale—, l'Anno Mariano ci reca un urgente appello alla conversione. A tutti voi chiedo che questo appello cali nel profondo delle vostre anime e che prolunghiate con forza la sua eco nei cuori di molti uomini, con un apostolato profondo e fervente. Chiediamo alla Vergine lo zelo che spingeva nostro Padre a gridare: omnes cum Petro ad Iesum per Mariam (Cammino, n. 883)"[6] Da buoni figli della Chiesa i fedeli della Prelatura Opus Dei hanno accolto con viva gioia la proclamazione dell'Anno Mariano. Hanno ringraziato di tutto cuore il Signore per questo dono, nella persuasione che attirerà una pioggia di grazie sulla Chiesa e sull'umanità intera. "Infatti le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato (...), fanno sì che, mentre è onorata la Madre, il Figlio, per il quale esistono tutte le cose (cfr. Col 1, 15-16) e nel quale "piacque alt'eterno Padre di far risiedere tutta la pienezza" (Col 1, 19), sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti"[7] L'Anno Mariano è anche una chiamata a ridare nuovo vigore alla vita di pietà, affinché non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità[8]

Con l'aiuto di Dio non deve mancare lo sforzo per meditare a fondo il mistero di Maria —la sua maternità, la sua mediazione— e la sua strettissima unione con Gesù, quale modello della nostra vita contemplativa e abnegata. Allo stesso tempo dobbiamo compiere sempre meglio le pratiche di pietà, sapendo che "dipende dall'amore, non da un sentimento superficiale che ha bisogno del sostegno dell'emozione, anche se non rifiutiamo il fervore sensibile se Dio vuole concedercelo"[9]

Il Magistero della Chiesa insegna infatti che "la vera devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimento, né in una vana credulità, ma bensì procede della fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio e siamo spinti a un amore filiale verso la Madre nostra e all'imitazione delle sue virtù"[10]

La prova della solidità della nostra pietà mariana sarà dunque il desiderio irremovibile di compiere sempre ed in tutto la volontà di Dio, fedeli al consiglio universale di Maria: fate quello che vi dirà[11] L'Anno Mariano ha inoltre una spiccata portata apostolica. Come il Papa afferma nella sua enciclica, la Madonna precede ed accompagna la Chiesa pellegrina nel suo cammino verso la patria del Cielo. "Perciò Maria è anche per i popoli una scorciatoia per recuperare i grandi beni che si perdono, quando l'incoscienza umana volge le spalle a Dio. Sì, figlie e figli miei —scrive il Prelato dell'Opus Dei—: dobbiamo ricorrere alla Vergine con urgenza per scoprire il rimedio appropriato ai tristi malanni che affliggono le persone, le famiglie, la società. Attraverso di Lei Cristo è venuto al mondo; e pure per mezzo di Maria il Signore tornerà a venire su questa nostra terra, mediante la missione evangelizzatrice che Gesù ha affidato alla Chiesa intera e a ciascuno dei fedeli"[12] Ricorriamo, quindi, con totale fiducia alla Regina Apostolorum, chiedendole di ottenere dal Signore molte vocazioni di apostoli in questo anno a Lei dedicato. "Se ci identifichiamo con Maria, se imitiamo le sue virtù —predicava Mons. Josemaría Escrivá—, potremo far sì che Cristo nasca, per virtù della grazia, nell'anima di molti che si identificheranno con Lui per opera dello Spirito Santo. Se imitiamo Maria, in qualche modo parteciperemo alla sua maternità spirituale. In silenzio, come la Madonna; senza farlo notare, quasi senza parole, con la testimonianza di un comportamento cristiano, integro e coerente, con la generosità di ripetere senza sosta un fiat che rinnovi costantemente la nostra intimità con Dio"[13]

[1] Mons. Alvaro del Portillo, Lettera pastorale, 31-V-1987, n. 2.

[2] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris Mater, 25-III-1987, n. 3.

[3] Ibid., n. 49.

[4] Cfr. Ibid., n. 52.

[5] Giovanni Paolo II, Discorso ai vescovi tedeschi, 30-IV-1987.

[6] Mons. Alvaro del Portillo, Lettera pastorale, 31-V-1987, n. 16.

[7] Ibid., n. 66.

[8] 1 Gv3, 18.

[9] Mons. Josemaría Escrivá, La Virgen del Pilar, in "Libro de Aragón", Saragozza 1976, a cura della Caja de Ahorros y Monte de Piedad de Zaragoza, Aragón y Rioja.

[10] Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 67.

[11] Gv 2, 5.

[12] Mons. Alvaro del Portillo, Lettera pastorale, 31-V-1987, n. 4.

[13] Mons. Josemaría Escrivá, Amici di Dio, n. 281.

Romana, n. 4, Gennaio-Giugno 1987, p. 5-9.

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