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Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni (11-II-1987).

Venerati Fratelli nell'Episcopato,

Carissimi Fratelli e Sorelle di tutto il mondo!

Domenica 10 maggio prossimo, la Chiesa universale celebrerà la XXIV Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.

E' questa un'occasione che si offre ancora una volta a ogni comunità cristiana e a ciascun battezzato per pregare e lavorare per l'incremento delle vocazioni ai ministeri ordinati, alla vita missionaria, alla professione dei consigli evangelici.

Con il presente messaggio desidero rivolgermi in primo luogo ai cristiani laici e additare loro gli impegni e le responsabilità a cui già li chiama il prossimo Sinodo dei Vescovi che tra pochi mesi, come è noto, affronterà il tema: "Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo a vent'anni dal Concilio Vaticano II".

1, Considerate la vostra chiamata (1 Cor 1, 26).

Il Signore Gesù, nel fondare la Chiesa "ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il Corpo di Cristo" (Ef 4, 11-12).

Tutti nella Chiesa abbiamo ricevuto una vocazione. La cura di essa non deve limitarsi alla sfera personale, ma essere occasione di sviluppo anche delle altre vocazioni. Le differenti vocazioni, infatti, sono tra loro complementari e tutte convergono verso l'unica missione.

2. Secondo la misura del dono di Cristo (Ef 4, 7).

Per questo mi rivolgo anzitutto ai genitori cristiani, che hanno una missione di primo piano nella Chiesa e nella società. Nella famiglia, infatti, il più delle volte germogliano e spuntano vocazioni sacerdotali e religiose. Non a caso il Concilio definisce la famiglia cristiana "primo seminario", raccomandando che in essa vi siano le condizioni favorevoli per la loro crescita (cfr. Optatam totius, 2).

Certamente, tra i servizi che i genitori possono rendere ai figli occupa un primo posto quello di aiutarli a scoprire e a vivere la chiamata che Dio fa loro sentire, compresa quella "sacra" (cfr. Gaudium et spes, 52; Familiaris consortio, 53).

Cari genitori cristiani, se il Signore vi coinvolge nel suo disegno di amore, chiamando un vostro figlio, una vostra figlia, siate generosi e ritenetevi grandemente onorati. La vocazione sacerdotale o religiosa è un dono speciale della famiglia e, nello stesso tempo, un dono alla famiglia.

La Chiesa si attende molto anche da tutti coloro che hanno responsabilità nel campo dell'educazione giovanile.

Faccio appello particolarmente ai Catechisti, uomini e donne che svolgono la loro importante attività nelle comunità cristiane. Vorrei ricordare in proposito quanto ho scritto nella Esortazione Apostolica sulla catechesi: "Per quel che riguarda le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa, è certo che molte di esse sono sbocciate nel corso di una catechesi ben fatta durante l'infanzia e l'adolescenza" (Catechesi tradendae, 39).

Grande è anche il contributo che può essere dato alle vocazioni dagli insegnanti e da tutti i laici cattolici impegnati nella scuola, soprattutto in quella cattolica che in ogni parte del mondo raccoglie schiere innumerevoli di giovani.

La scuola cattolica deve costituire una comunità educativa capace di proporre non solo un progetto di vita umano e cristiano, ma anche i valori della vita consacrata.

Anche i Movimenti, i Gruppi e Associazioni Cattoliche, tanto a livello centrale che a livello locale, devono qualificarsi per un impegno coerente e generoso in campo vocazionale. Nella misura in cui essi si apriranno agli interessi della Chiesa universale, cresceranno sempre più e vedranno fiorire in seno ai loro gruppi tante vocazioni consacrate quale segno evidente della loro vitalità e maturità cristiana.

Per conseguenza è da considerare povera una comunità ecclesiale che sia priva della testimonianza delle persone consacrate.

3. Pregate il Padrone della messe... (Mt 9, 38).

Davanti al fenomeno del diminuito numero di coloro che si consacrano al sacerdozio e alla vita religiosa non possiamo restare passivi senza fare nulla di quanto è nelle nostre possibilità. Anzitutto possiamo fare molto con la preghiera. Lo stesso Signore la raccomanda: "Pregate il Padrone della messe perché mandi operai per la sua messe" (cfr. Mt 9, 38; Lc 10, 2).

La preghiera per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata è un dovere di tutti, è un dovere di sempre. Il futuro delle vocazioni sta nelle mani di Dio, ma in un certo modo sta anche nelle nostre mani. La preghiera è la nostra forza; con essa le vocazioni non potranno venir meno, né la voce divina mancherà di essere ascoltata. Preghiamo il Maestro affinché nessuno si senta estraneo o indifferente a questa voce, ma al contrario interroghi se stesso e misuri le proprie capacità, o meglio riscopra le proprie riserve di generosità e di responsabilità. Nessuno si sottragga a questo dovere. Preghiamo così il divin Redentore:

"Signore Gesù, come un giorno hai chiamato i primi discepoli per farne pescatori di uomini, così continua a far risuonare anche oggi il tuo dolce invito: 'Vieni e seguimi'! Dona ai giovani e alle giovani la grazia di rispondere prontamente alla tua voce!

Sostieni nelle loro fatiche apostoliche i nostri Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate. Dona perseveranza ai nostri seminaristi e a tutti coloro che stanno realizzando un ideale di vita totalmente consacrata al tuo servizio.

Risveglia nelle nostre comunità l'impegno missionario. Manda, Signore, operai nella tua messe, e non permettere che l'umanità si perda per mancanza di pastori, di missionari, di persone votate alla causa del Vangelo.

Maria, Madre della Chiesa, modello di ogni vocazione, aiutaci a rispondere di "sì" al Signore che ci chiama a collaborare al disegno divino di salvezza. Amen".

Con la fiducia che il Signore vorrà accogliere le nostre suppliche, invoco l'abbondanza dei favori celesti su voi tutti, Venerati Fratelli nell'Episcopato, sui sacerdoti, sui religiosi, sulle religiose e su tutti i fedeli e imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, l'11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes, dell'anno 1987, nono di Pontificato.

IOANNES PAULUS PP. II

Romana, n. 4, Gennaio-Giugno 1987, p. 10-12.

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