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Celebrazioni Eucaristiche nella festa di San Josemaría

La festa di San Josemaría, il 26 giugno, è stata celebrata in molti Paesi dei cinque continenti.

Nel continente africano la devozione al Fondatore dell’Opus Dei ha oltrepassato le frontiere delle Nazioni in cui lavora stabilmente la Prelatura, e in molti altri Paesi vi sono persone che ricorrono alla sua intercessione.

Dakar, nel Senegal, è stata una delle città nelle quali è stata celebrata per la prima volta la memoria liturgica del Fondatore dell’Opus Dei. La Santa Messa ha avuto luogo nella chiesa dei Martiri dell’Uganda, retta dai Padri Scolopi. Anche nella vicina isola di Gorée è stata celebrata una Messa in onore di San Josemaría, come dimostrazione di gratitudine per i favori ricevuti dagli abitanti del luogo che ricorrono alla sua intercessione.

Gli altri Paesi africani dove si sono svolte celebrazioni eucaristiche intorno al 26 giugno sono stati Benin, Botswana, Burkina Faso, Congo Brazzaville, Gabon, Ghana e Tanzania.

Nelle Barbados, dall’altra parte dell’Atlantico, il lavoro stabile dell’Opus Dei non è ancora cominciato. Eppure anche in quest’isola molte persone ricorrono all’intercessione di San Josemaría e si avvalgono dei suoi insegnamenti. La festività di San Josemaría è stata celebrata con una Messa.

In parecchi luoghi, alla fine delle celebrazioni, è stata impartita la benedizione ai fedeli con una reliquia del santo.

Benedizione di una lapide dedicata a San Josemaría nell’ex Ospedale del Re

Il 9 gennaio, anniversario della nascita di San Josemaría, don Jesús Conde, Vicario per la Pastorale Sanitaria di Madrid, accompagnato da don Pedro Álvarez de Toledo, Vicario dell’Opus Dei nella Delegazione di Madrid-Ovest, e dai cappellani dell’Ospedale, Francisco Inés ed Enrique del Castillo, ha benedetto una immagine collocata nella cappella dell’Ospedale Carlo III, l’ex Ospedale del Re.

Alla cerimonia hanno assistito medici, ricercatori, impiegati dell’ospedale, malati e altri fedeli. Accanto all’immagine, dello scultore Venancio Blanco, si legge: “San Josemaría Escrivá, Fondatore dell’Opus Dei, canonizzato da S.S. Giovanni Paolo II il 6 ottobre 2002, e i sacerdoti D. José María Somoano e don Lino Vea-Murguía, hanno assistito spiritualmente in modo eroico i malati dell’Ospedale del Re durante gli anni trenta del XX secolo, incoraggiandoli a trasformare le loro sofferenze in splendida orazione agli occhi di Dio”.

L’Ospedale del Re è ubicato a nord di Madrid, a 7 km dal centro, ossia dalla Puerta del Sol. Negli anni trenta del secolo scorso si trovava in aperta campagna. Il suo nome — “Ospedale Nazionale delle Malattie Infettive” — ne spiega l’isolamento. Vi si trattavano casi epidemici e, in generale, malattie contagiose; soprattutto la tubercolosi, allora mortale. Successivamente, ai primi edifici sono stati aggiunti nuovi padiglioni, che in parte oggi hanno perduto la destinazione ospedaliera per diventare sede di vari centri di ricerca.

San Josemaría chiedeva a quei malati “di offrire le sofferenze, le ore passate a letto, la loro solitudine — alcuni erano molto soli —: di offrire al Signore tutto quanto per l’attività che egli svolgeva”, ossia per l’Opus Dei, che in quei momenti — diceva — era come una creatura non nata.

Una religiosa dell’Ospedale del Re, che aveva conosciuto San Josemaría, dopo la sua morte dichiarò: “Quando veniva a confessare e ad aiutare, con la parola e con l’orientamento, i nostri malati, notavo che tutti lo aspettavano con gioia e con speranza. Li ho visti accettare il dolore e la morte con un fervore e una disponibilità tali da far crescere la devozione di quanti stavano accanto a loro”. Quasi tutte le domeniche e i giorni festivi celebrava la Messa per tutto l’ospedale; e predicava l’omelia. Se il tempo era buono, celebrava l’Eucaristia nel giardino, all’aria aperta.

Romana, n. 46, Gennaio-Giugno 2008, p. 116.

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