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Messaggio al Popolo di Dio, a conclusione dei lavori della VII Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi (30-X-1987)

1. Al termine di questo Sinodo, uniti al successore di Pietro, noi Padri Sinodali ci rivolgiamo con profondo affetto a tutti i nostri fratelli vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e in modo speciale a tutti i fedeli laici, uomini e donne, per condividere l'esperienza di questi giorni. Guidati dalla luce dello Spirito del Signore Gesù, in un clima di comunione ecclesiale, abbiamo riflettuto sul tema -Vocazione e Missione dei Laici nella Chiesa e nel Mondo, a vent'anni dal Concilio Vaticano II-.

La voce del mondo cattolico si è resa presente non solo attraverso i padri sinodali ma anche attraverso i fedeli laici nominati dal Santo Padre. La loro testimonianza e i loro suggerimenti sono stati l'eco di tutti voi.

Così abbiamo sentito e vissuto la presenza di tutte le Chiese, con i loro dolori e le loro angustie, con la loro vitalità e le loro speranze. Abbiamo costatato la presenza del Signore risorto, che accompagna la sua Chiesa in quest'ora decisiva della storia.

2. Il Concilio Vaticano II, approfondendo il mistero della Chiesa, ha suscitato un dinamismo rinnovatore e ha favorito in tutto il Popolo di Dio forme di partecipazione e di impegno missionario dei laici.

Sono sorti servizi e ministeri, gruppi e movimenti, forme di collaborazione e di dialogo.

In situazioni difficili dove la libertà religiosa è misconosciuta, i laici hanno trasmesso e mantenuto la fede pagando di persona. In terre di prima evangelizzazione catechisti e semplici cristiani hanno proclamato il Vangelo e organizzato delle comunità.

Le nuove condizioni del mondo in rapida e profonda trasformazione pongono sfide nuove in tutti gli ambienti.

Nel mondo i cristiani laici, proprio in forza della loro fede, hanno un ruolo insostituibile. E sono sempre più numerosi gli uomini e le donne che si impegnano cristianamente nei settori della cultura, della scienza, della tecnica, del lavoro, della politica e nel molteplice esercizio del potere.

Il camminare nella storia pone alla stessa Chiesa orizzonti e sfide nuove che l'interpellano ed esigono risposte adeguate.

A tutti i cristiani laici, fedeli alla loro vocazione e impegnati nella missione della Chiesa, esprimiamo la nostra gratitudine, la nostra fiducia e il nostro appoggio.

3. Nella riflessione comune abbiamo cercato di approfondire l'identità, la dignità e le responsabilità del cristiano laico.

Tutti i cristiani, laici, chierici e religiosi, hanno la stessa dignità costituendo insieme l'unico -popolo adunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo- (Lumen gentium, n. 4). Tale dignità emana dal battesimo, grazie al quale la persona è incorporata a Cristo ed alla comunità ecclesiale ed è chiamata alla santità. Chi riceve il Battesimo, la Cresima e l'Eucaristia è chiamato alla santità; si impegna a seguire Cristo e a testimoniarlo con tutta la sua vita, soprattutto nella sua professione. In questa sequela personale e comunitaria hanno un ruolo importante i doni dello Spirito Santo, che Dio concede agli individui per il bene di tutti.

La maggioranza dei cristiani laici vive il proprio modo di essere seguaci e discepoli di Cristo con preferenza in quegli ambiti che chiamiamo -il mondo-: la famiglia, il lavoro, la comunità locale, ecc. E' sempre stato compito loro, e oggi ancor più, l'impregnare queste realtà con lo Spirito di Cristo e così santificare il mondo e collaborare alla realizzazione del Regno. Sono chiamati anche a testimoniare la buona novella e a dialogare con tutti gli uomini.

Altri fedeli ricevono il sacramento dell'Ordine, che conferisce loro una dignità particolare e li abilita, in nome di Cristo pastore (Presbyterorum Ordinis, n. 2), a riunire la comunità, nutrirla con la Parola e i Sacramenti, e mantenerla nell'unità.

Altri cristiani sono chiamati a testimoniare con radicalità l'Amore di Dio attraverso la pratica dei Consigli evangelici negli istituti secolari o nelle comunità religiose.

4. Tutti siamo chiamati ad essere santi come il Padre che è nei cieli, secondo le nostre vocazioni specifiche. Nel nostro tempo la sete di santità cresce sempre più nei cuori dei fedeli, quando questi accolgono la chiamata di Dio, che li invita a vivere con il Cristo e trasformare il mondo.

Lo Spirito ci fa scoprire più chiaramente che oggi la santità non è possibile senza impegno per la giustizia, senza solidarietà con i poveri e gli oppressi. Il modello di santità dei laici deve integrare la dimensione sociale della trasformazione del mondo secondo il piano di Dio.

5. Gesù resuscitato è la nostra forza. Il suo Spirito rinnova la storia e diffonde i suoi doni affinché la famiglia umana si consolidi nella comunione di cui la Chiesa è il sacramento. In forza della loro appartenenza alla Chiesa, i fedeli laici sono testimoni e artefici di questa unità che scaturisce dal mistero della Trinità e dalla comunione ecclesiale.

Nutriti dalla Parola e dai Sacramenti, membri vivi nella comunità concreta, con l'aiuto del discernimento dei pastori, impariamo a riconoscere i doni spirituali con i quali il Signore ci arricchisce per il bene della comunità di fede e della società globale.

Come pastori esprimiamo la nostra volontà di riconoscere, discernere, animare e coordinare, tali doni e carismi. Da questi sorgono anche associazioni e movimenti che cooperano efficacemente all'edificazione della Chiesa.

Il nostro sguardo riconoscente va all'Azione Cattolica che in tanti paesi ha portato frutti abbondanti e che conosce un nuovo risveglio; va pure alle altre associazioni tradizionali.

Lo Spirito aiuta a rispondere alle nuove sfide anche suscitando movimenti nuovi che danno gioia e speranza alla Chiesa universale. Criterio sempre valido di autenticità sarà la loro integrazione armonica nella Chiesa locale per contribuire ad edificarla nella carità con i suoi pastori.

6. Da tutte le Chiese è sorta una voce di riconoscenza per quei laici, uomini e donne, che senza fermarsi anche davanti al martirio, con il clero, i religiosi e le religiose hanno edificato la Chiesa senza limiti di spazio e di tempo.

La coscienza generalizzata del diritto dei cristiani laici a lavorare nella costruzione d'un mondo nuovo e la teologia del Concilio Vaticano II hanno sviluppato una partecipazione più ampia alla vita della Chiesa e alla sua azione nel mondo.

7. La famiglia fondata sul sacramento del Matrimonio è il luogo privilegiato per la formazione umana, per il risveglio, la crescita e l'irradiazione della fede. Possa diventare una vera -chiesa domestica-, dove si prega insieme, dove si vive esemplarmente il comandamento dell'amore e dove la vita è accolta, rispettata e protetta.

8. Nei giovani abbiamo riconosciuto una vera forza per la Chiesa di oggi e di domani. Noi riserviamo loro una attenzione speciale nella nostra sollecitudine pastorale.

Noi proponiamo loro di seguire il Cristo nella radicalità della Croce e nella certezza della Resurrezione, sorgente della loro azione nella Chiesa, fondamento di un vero progetto di vita e di una autentica speranza.

9. Ispirati dalla Parola di Dio riaffermiamo la uguale dignità della donna e dell'uomo: -uomo e donna li creò- (Gen 1, 27).

Il popolo di Dio è formato da battezzati, con dignità uguale e con missione comune, anche se con modalità e compiti diversi. Il peccato ha offuscato la perfezione del piano divino. Noi disapproviamo le discriminazioni che ne risultano e che continuano ad esistere in forme diverse. Ci rallegriamo per il raggiunto riconoscimento dei legittimi diritti che permettono alla donna di compiere la sua missione nella Chiesa e nel mondo.

Tutto questo ci conduce ad elevare il nostro sguardo a Maria, la Madre del Signore, archetipo della dignità femminile ed esempio ineguagliabile nella partecipazione all'opera della salvezza.

10. La Parrocchia, all'interno della diocesi, è il luogo ordinario in cui i fedeli si riuniscono per crescere nella santità, per partecipare alla missione della Chiesa e vivere la comunione ecclesiale.

Notiamo con soddisfazione che la parrocchia diventa una comunità di comunità, quando essa è l'epicentro dinamico delle comunità ecclesiali di base e degli altri gruppi e movimenti che la dinamizzano e che, a loro volta, si nutrono in essa.

Nella celebrazione dell'Eucaristia, centro di tutta la vita cristiana, i fedeli si uniscono con Cristo e sono inviati al servizio del mondo.

Esortiamo tutti i fedeli laici a partecipare intensamente alla vita delle loro parrocchie, attraverso lo studio della Parola di Dio, la celebrazione del Giorno del Signore, i consigli parrocchiali e le diverse forme di attività e apostolato.

11. L'impegno dell'azione socio-politica dei fedeli si radica nella fede, poiché questa illumina la totalità della persona e della sua vita.

Esso suppone una formazione accurata proporzionata al livello delle responsabilità presenti e future.

La coerenza tra fede e vita deve accompagnare l'impegno dei fedeli laici nella sfera pubblica, nella partecipazione alle istituzioni politiche e sociali come nella vita quotidiana per impregnare evangelicamente le strutture e le attività secolari.

Nell'attività politica l'impegno primario dei fedeli deve essere l'onestà, la promozione della giustizia sociale e dei diritti dell'uomo in tutte le fasi della vita, la difesa o la riconquista delle libertà, soprattutto quella religiosa tanto limitata in vaste zone del pianeta, e la ricerca costante della pace nel mondo intero.

Simile impegno deve estendersi al campo della sanità, della cultura, della scienza, della tecnica, del lavoro, e dei mezzi delle comunicazioni sociali.

12. I cristiani laici hanno sete di vita interiore, di spiritualità e di partecipazione missionaria e apostolica. Ciò esige un processo di maturità alla luce della Parola di Dio ricevuta nella tradizione della Chiesa e interpretata autenticamente dal Magistero e in una partecipazione sempre più fruttuosa ai sacramenti. Tale crescita è alimentata dalla pratica della confessione e della direzione spirituale.

La formazione integrale di tutti i fedeli, laici, religiosi e clero, deve essere oggi una priorità pastorale.

13. Di fronte a questa presa di coscienza del nostro essere e del nostro divenire in un mondo del quale siamo pienamente solidali, noi tutti, che siamo membri del Popolo di Dio, dobbiamo interrogarci umilmente davanti a Dio.

Proprio perché battezzati, dobbiamo diventare sempre più il lievito del nostro mondo. Ricordiamoci che saremo giudicati sull'amore (Mt 25).

Popoli del mondo che siete feriti nella vostra dignità, aggrediti nella vostra libertà, spogliati dei vostri averi, perseguitati per la vostra fede, indifesi di fronte a ogni tipo di potere, la Chiesa è vicino a voi e vuole essere, in mezzo a voi e con voi, testimone dell'amore di Cristo che ci libera e ci riconcilia con il Padre.

Voi abbandonati ed emarginati dalla nostra società consumistica, malati, handicappati, poveri, affamati, emigrati, profughi, prigionieri, disoccupati, anziani, bambini abbandonati e persone sole; voi, vittime della guerra e di ogni violenza emananti dalla nostra società permissiva. La Chiesa partecipa alla vostra sofferenza conducente al Signore, che vi associa alla sua passione redentrice e vi fa vivere alla luce della sua Redenzione. Contiamo su di voi per insegnare al mondo intero che cosa è l'amore. Faremo tutto il possibile perché troviate il posto a cui avete diritto nella società e nella Chiesa.

Famiglie umane, prendete coscienza della vostra vitalità e della vostra grandezza. Famiglie cristiane, siate il santuario domestico nel quale gli uomini e le donne si aprono all'amore di Dio e del prossimo.

Giovani, voi portate la speranza del mondo e della Chiesa. Non lasciatevi impaurire dal mondo come è. Non perdete il vostro dinamismo lasciandovi andare a una vita facile, in preda all'indifferenza. Guardate a Cristo che è la Via, la Verità e la Vita, e che è la giovinezza dell'umanità nuova. Sarà per voi fonte zampillante di creatività per un mondo più giusto e fraterno.

Donne, voi lottate giustamente per il primo riconoscimento pieno della vostra dignità e dei vostri diritti. Che questa lotta produca un mondo in cui primeggiano il dialogo e la reciprocità, un mondo come è stato voluto dal Creatore che ne ha affidato il destino all'uomo e alla donna, e che ci ha dato, nella Chiesa, la Donna restituita nella pienezza della famminilità e della grazia: la Vergine Maria.

Voi, che tenete nelle vostre mani i destini degli uomini e dei popoli; voi, che tenete le chiavi dell'avere e del potere; voi, che pianificate le possibilità e il benessere delle persone in vista di un mondo migliore; voi, che tenete il potere di distruzione e di dissuasione e voi, uomini di scienza e di cultura e di arte: siamo coscienti della grandezza della vostra responsabilità non priva di ambiguità. Il mondo ha bisogno di pace. Le persone devono essere rispettate nei loro diritti fondamentali. La vita umana è sacra. Noi contiamo su di voi e vi assicuriamo della nostra preghiera affinché possiate realizzare il vostro difficile compito. Se avete dell'autorità è per metterla al servizio delle persone e non per assoggettarle.

Vescovi, Sacerdoti e diaconi, impegniamoci a formare delle comunità vive -assidue all'insegnamento degli Apostoli e alla comunità fraterna, alla frazione del pane e alla preghiera- (At 2, 42). Discerniamo e accogliamo i doni dello Spirito presso i fedeli laici e favoriamo il senso della comunione e della responsabilità.

Fratelli e sorelle in Cristo, viviamo la nostra vocazione alla santità ognuno nel suo ambiente e tutti insieme nella comunità dei fedeli. Rispondiamo con generosità all'appello di Cristo: andate e fate dei discepoli in tutte le nazioni (Mt 28, 19). Siamo tutti missionari.

Cristiani di ogni denominazione, continuiamo ad avanzare sul cammino dell'unità voluta da Cristo: -che tutti siano una cosa sola- (Gv 17, 21).

Credenti e uomini di buona volontà, diamoci la mano per costruire un mondo di giustizia e di pace.

Voi tutti uomini e donne, bambini e giovani, ammalati ed anziani, persone di ogni condizione, razza e cultura, voi tutti laici, sacerdoti, religiosi e religiose, voi che aprite vie nuove e anticipate il mondo futuro, voi che intrecciate legami di fratellanza, di concordia, di giustizia e di pace, la Chiesa si riconosce in voi e vi dice di non perdere coraggio perché -la speranza non delude- (Rm 5, 5).

14. -Cristiani con voi, Vescovi per voi- (Sant'Agostino). Ringraziamo lo Spirito del Signore che ci fa camminare insieme e ci fa capire ancor più il senso profondo di queste parole. In questi giorni di ascolto e di dialogo abbiamo sperimentato che il Signore risorto stava con noi e ci parlava come sulla via di Emmaus. Continuando pieni di speranza il nostro viaggio per i sentieri tracciati dal Concilio Vaticano II, siamo certi che il Signore continua a camminare con noi (Mt 28, 20).

In questo anno mariano, e al termine di questa Assemblea di intima partecipazione ecclesiale, poniamo tutta la nostra speranza e fiducia nella Vergine Maria e affidiamo tutti voi, che siete Chiesa, a Colei che è il Modello e la Madre di tutti noi.

Romana, n. 5, Luglio-Dicembre 1987, p. 211-215.

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