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Attività del Prelato

Viaggi pastorali

Dopo una breve permanenza a Pamplona dal 30 giugno al 5 luglio, il Prelato dell’Opus Dei ha trascorso una parte del mese di luglio e agosto in Francia. Da lì è partito per un viaggio in Costa d’Avorio, dal 7 al 12 luglio, e in Congo, dal 28 luglio al 4 agosto. In entrambi i Paesi ha salutato le autorità ecclesiastiche locali e ha avuto alcune riunioni con i fedeli della Prelatura, con i Cooperatori e gli amici, per stimolarli pastoralmente. Si è inoltre recato presso le sedi di alcune attività apostoliche promosse da uomini e donne dell’Opus Dei con la collaborazione di altre persone, come la Scuola Professionale Yaraní (Abidjan), il Centro Medico Sociale Walé (Yamoussoukro) e il Centro Medico Monkole (Kinshasa). In Costa d’Avorio, un Paese che stava uscendo da un lungo conflitto civile, ha insistito in modo particolare sulla necessità della riconciliazione.

Il 17 agosto il Prelato si è trasferito da Parigi a Madrid, dove ha avuto, nei giorni successivi, alcuni incontri di catechesi con migliaia di giovani che erano arrivati da tutto il mondo per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Nei giorni 20 e 21 il Prelato ha partecipato anche — nel quadro della GMG — alla veglia di preghiera e alla Messa con il Papa all’aeroporto Cuatro Vientos.

Il 18 agosto, poi, si è recato presso l’Ospedale e Centro di Cure Laguna, una iniziativa per l’assistenza ai malati terminali che hanno bisogno di cure palliative. Ha invitato gli specialisti e i volontari del Centro a vivere con generosità la loro vocazione cristiana e a vedere nei malati l’immagine di Cristo. Si è soffermato anche a parlare con i pazienti, e per ciascuno ha avuto parole di conforto e una benedizione. Infine, ha incoraggiato i loro familiari ad appoggiarsi sulla preghiera per sopportare il dolore con senso soprannaturale.

Dal 21 agosto al 6 settembre il Prelato è stato nuovamente a Pamplona. Ritornato a Roma, è andato a Colonia nei giorni 14 e 15 ottobre, e poi a Pamplona e a Madrid dal 25 al 31 dello stesso mese. A Pamplona, in veste di Gran Cancelliere dell’Università di Navarra, ha conferito tre dottorati “honoris causa”, evento del quale si informa a parte. A Madrid, nei giorni 29 e 30 ottobre, a Vistalegre — uno spazio pubblico capace di quindicimila persone —, ha incontrato un gran numero di uomini e donne che partecipano alle attività formative promosse dall’Opus Dei nella capitale spagnola.

Ordinazioni

Il 5 novembre, nella Basilica di Sant’Eugenio a Roma, il Prelato dell’Opus Dei ha conferito l’ordinazione diaconale a 35 fedeli della Prelatura. Nell’omelia, Mons. Echevarría ha incoraggiato i diaconi, e tutti i fedeli, a condurre una vita di intensa preghiera. Infatti, come faceva rilevare Ferdinando Cancelli in un articolo pubblicato su L’Osservatore Romano il 16-XI-2011, alcuni giorni dopo l’ordinazione, la vita contemplativa (quel frequentare Dio — “conoscerlo e conoscerti” — di cui parlava San Josemaría nel n. 91 di Cammino) è stata il tema centrale dell’omelia, della quale trascriviamo qui di seguito alcuni punti:

“L’orazione non si deve limitare alla recitazione di preghiere vocali, cosa sempre molto opportuna da fare con calma e attenzione.

“È chiaro che un cristiano non dovrebbe accontentarsi di rivolgersi a Dio solo in questo modo: è necessario mantenere un dialogo personale con Lui, a tu per tu; un dialogo consistente nell’ascolto della sua voce e delle nostre parole.

“Benedetto XVI sta svolgendo una catechesi sull’orazione. Con essa si propone di incoraggiare i cristiani a parlare abitualmente col Signore, con la Madonna, con i Santi, e non soltanto nei casi di necessità.

“La nostra aspirazione dev’essere quella di diventare persone che sanno di essere sempre alla presenza di Dio e che, di conseguenza, cercano di mantenere una conversazione con Lui in tutte le circostanze”. Poi ha avvertito i fedeli: “Non pensiate che si tratta di una cosa molto difficile. Pregare vuol dire rivolgere il pensiero al nostro Creatore con spirito di adorazione, di ringraziamento, di richiesta di un aiuto... La preghiera viene incontro ai desideri più profondi del cuore umano, perché siamo stati creati per amare e servire Dio sulla terra, e poi godere di Lui eternamente”.

Citando Benedetto XVI, ha anche constatato che “oggi siamo assorbiti da molte attività e lavori; per questo è più che mai necessario trovare alcuni momenti precisi nei quali parlare con Dio, alcuni momenti per raccoglierci in silenzio e meditare su ciò che il Signore ci vuole insegnare, su come è presente e opera nel mondo e nella nostra vita: dobbiamo essere capaci di fermarci un momento e meditare.

“Il Santo Padre ricorda che Sant’Agostino paragonava la meditazione all’assimilazione del cibo e utilizzava un verbo ricorrente in tutta la tradizione cristiana: rimuginare.

“Affinché i passi del Vangelo e i misteri di Dio alla fine ci diventino familiari, siano la guida della nostra vita e ci nutrano spiritualmente, è necessario farli risuonare nel nostro intimo.

“E non dimentichiamo che avvicinarci con una certa frequenza al sacramento della Confessione è un altro modo di pregare, perché il perdono di Dio aiuta a pregare con pace.

“Se, con l’aiuto dello Spirito Santo, prendiamo sul serio il tempo dedicato alla meditazione, resteremo meravigliati dei suoi effetti nella nostra esistenza e in quella degli altri: saremo più sereni e contenti, perché le preoccupazioni si dissiperanno come la nebbia alla luce del sole; faremo più attenzione nel servizio agli altri; eseguiremo meglio il nostro lavoro e contribuiremo a compiere una semina abbondante di pace e di gioia nel mondo intero”.

Romana, n. 53, Luglio-Dicembre 2011, p. 275-276.

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