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Alla presentazione del libro Álvaro del Portillo. Un uomo fedele, Roma (18-IX-2014)

Eminenza, cari relatori, cari amici.

La presentazione della biografia del prossimo beato Mons. Álvaro del Portillo, scritta da don Javier Medina, avviene pochi giorni prima della sua beatificazione a Madrid, sua città natale. Non posso nascondere l’emozione di questo momento, che mi fa tornare alla mente tanti ricordi di un pastore buono e fedele, che ha saputo amare la Chiesa e le anime con tutto il cuore: un cuore che, seguendo le ispirazioni dello Spirito Santo, si allargava sempre di più.

La vicinanza del 27 settembre ripropone una domanda: qual è il significato, l’importanza di una beatificazione o di una canonizzazione? Papa Francesco, riferendosi ai santi, risponde così: «Il Signore sceglie alcune persone per far vedere meglio la santità, per far vedere che è Lui che santifica [...]. Questa è la prima regola della santità: è necessario che Cristo cresca e che noi diminuiamo» (Omelia, 9-V-2014).

Questa è la missione alla quale è stata chiamata la Chiesa: portare in Cielo coloro che ha generato a vita nuova nel Battesimo, per azione dello Spirito Santo. Per questo ogni beatificazione è occasione di festa per il Popolo di Dio.

Avvicinandosi il momento in cui don Álvaro sarà annoverato nel numero dei beati, appare molto logico che la nostra gioia si manifesti come gratitudine a Dio, dal quale procede ogni santità.

Una beatificazione non si può ridurre alla celebrazione di una persona, senza che sia, soprattutto, un’occasione per lodare Dio, dargli gloria e ringraziarlo per i suoi doni. È anche una opportunità di conversione per ognuno di noi: serve a ridestare in noi il desiderio che Cristo cresca e il nostro io diminuisca.

Il venerabile Álvaro del Portillo è stato sicuramente un sacerdote e un vescovo al quale Dio ha concesso doti umane e soprannaturali di gran livello; tuttavia, posso assicurare che la sua esistenza si è svolta in un clima di vita ordinaria, affrontata con una fedeltà forte e gioiosa. Non ha mai voluto brillare di luce propria, ma in ogni momento si è adoperato nel riflettere la luce divina seguendo lealmente lo spirito che aveva appreso dalla parola e dall’esempio di san Josemaría, il fondatore dell’Opus Dei. Don Álvaro si è santificato, con la grazia di Dio e con la propria corrispondenza generosa, mettendo in pratica in modo straordinario la vita cristiana ordinaria.

La sua beatificazione ci ricorda — e in ciò consiste il significato di questo atto della Chiesa — che la santità è raggiungibile da tutti noi che siamo battezzati, se corrispondiamo con generosità alla grazia di Dio. La vocazione cristiana ci spinge a identificarci con Cristo, ognuno nel proprio stato e condizione. Occorre sforzarsi per portare la Croce tutti i giorni. Per la grande maggioranza delle persone, si tratta di una croce ordinaria, che devono portare con gioia in seno alla famiglia, nell’ambiente sociale e sportivo, nella salute e nella malattia, nel lavoro e nel riposo. Non si tratta, dunque, di compiere azioni straordinarie, né di possedere carismi eccezionali; consiste — seguendo l’esempio del Maestro — nel saper accogliere ogni giorno ciò che costa.

L’esempio dei santi e dei beati suscita in noi il desiderio di essere come loro, di far parte per sempre della grande famiglia di Dio, molto vicina a Gesù e a Maria Santissima. Come scriveva il card. Joseph Ratzinger, «per essere santo non occorre essere superiore agli altri [...]. La santità è il contatto profondo con Dio: è farsi amico di Dio, lasciare operare l’Altro, l’Unico che può far sì realmente che questo mondo sia buono e felice» (6-X-2002).

Oggi desidero ringraziare in modo particolare, per le loro conferenze, sua Eminenza il cardinale Francesco Monterisi, padre Antonio Maria Sicari — che tanti libri ci ha regalato sui santi e la santità — e le professoresse Emma Fattorini e Maria Vittoria Marini Clarelli. Un particolare ringraziamento va anche all’autore del libro e al dott. Cesare Cavalleri, e a tutti gli amici dell’Ares, editrice del libro.

Mentre ascoltiamo le loro riflessioni, uniamoci alle intenzioni del Santo Padre Francesco. Suggerisco a tutti, in questo momento, di invocare in modo speciale l’intercessione del prossimo beato Álvaro affinché tutti noi cattolici sappiamo vivere uniti al Papa, in unità di cuori e di intenzioni, per il bene della Chiesa.

Romana, n. 59, Luglio-Dicembre 2014, p. 329-331.

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