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Incontro del Papa con i partecipanti all'UNIV 88

Ogni anno, durante la Settimana Santa una folla di turisti e di pellegrini crea a Roma una peculiare atmosfera. Tra di loro sono gli studenti che partecipano al Congresso UNIV: è divenuta ormai familiare la presenza di migliaia di universitari, spesso venuti da lontano, e "identificabili —osservava un giornalista— per il fatto d'essere tutti giovani e di parlare lingue di tutto il mondo". Il pubblicista non ha esagerato: alla ventunesima edizione dell'UNIV, congresso internazionale organizzato dall'Istituto per la Cooperazione Universitaria, hanno preso parte seimila studenti circa, provenienti da cinquantadue Paesi e da quattrocento Università.

Nel corso delle tre sessioni di lavoro, svoltesi presso la Biblioteca Nazionale Centrale in via Castro Pretorio, hanno preso la parola ragazze e ragazzi dei cinque continenti, i quali hanno presentato le sintesi dei lavori di ricerca e di analisi condotti nei mesi precedenti su temi quali il fondamento dei concetti di dignità, progresso e solidarietà, i diritti umani e il contributo prestato dalle Università all'affermazione e alla difesa di questi diritti.

La fase romana degli incontri UNIV è preceduta da un'intensa attività di studio e di riflessione portata avanti nel corso dell'anno accademico da varie migliaia di studenti nelle rispettive Università. Molti di loro confluiscono quindi a Roma, dove il Congresso scientifico non costituisce che una parte di un programma particolarmente ricco e intenso. Gli universitari, infatti, hanno modo d'incrementare, anche mediante la partecipazione alle funzioni della Settimana Santa nelle Basiliche Romane, la formazione spirituale che ricevevano nei Paesi di provenienza. Non mancano, ovviamente, passeggiate di grande interesse culturale per la città, ma, soprattutto, c'è per tutti l'occasione di accrescere la romanità, intesa come unione al Papa e alla Sede di Pietro. Proprio questi punti sono stati toccati dal Prelato dell'Opus Dei, Mons. Alvaro del Portillo, negli incontri avuti con i partecipanti.

La Domenica di Pasqua, giornata conclusiva della settimana romana degli universitari, ne rappresenta anche il momento culminante; infatti, com'era già avvenuto in anni precedenti, sono stati ricevuti dal Santo Padre. Quest'anno le incerte condizioni meteorologiche hanno consigliato di spostare nell'Aula Paolo VI l'incontro tradizionalmente tenuto nel Cortile di San Damaso. I giovani hanno cercato di offrire al Papa alcuni minuti di riposo, interpretando canzoni tipiche dei rispettivi Paesi. Non sono mancati interventi che hanno esemplificato l'apostolato personale svolto dagli studenti tra i colleghi dell'Università.

"Vi ringrazio per questo incontro —ha detto loro il Santo Padre, nei momenti conclusivi—, per questo vostro bel programma internazionale, vi ringrazio anche per la vostra riunione in Roma".

Giovanni Paolo II ha quindi improvvisato una breve, ma densa riflessione, prendendo spunto dall'argomento del Congresso UNIV.

"Non voglio farvi un discorso. Ma voglio soltanto dirvi che questo vostro tema, Progresso e Dignità, così come voi l'avete ideato e realizzato è molto ben indovinato perché, forse non volendo, si è indirettamente collegato col punto nodale della mia ultima Enciclica: Sollicitudo rei socialis. Questa Enciclica non solo cerca di descrivere le situazioni del mondo sotto l'angolazione del progresso così come viene concepito generalmente soprattutto con i criteri economici, ma in essa si trova soprattutto un'analisi di fondo di ciò che significa la parola Progresso: di quel che dovrebbe essere il Progresso, il Progresso veramente umano. Ed è proprio qui che incontriamo la categoria, la dimensione della Dignità. Il vero progresso umano è progresso della dignità. Tutti i fattori esterni del progresso, del progresso dell'umanità in tutte le dimensioni e in tutti gli aspetti, devono servire questo aspetto principale e prioritario. Se non c'è progresso della dignità dell'uomo non c'è progresso.

Vi lascio questo primo pensiero per una vostra ulteriore riflessione. Voi siete studenti, e dovete fare quindi le ricerche. Vi lascio così un tema per la vostra ricerca. Progresso e Dignità sono temi ancora aperti.

Un secondo pensiero voglio affidarvi ed è la circostanza in cui questa Enciclica sociale è stata pubblicata: l'Anno Mariano. Vi rivolgo di nuovo una domanda, invitandovi a riflettere. E' stata soltanto una casuale circostanza o qualcosa di più? Vi lascio questa domanda per la vostra riflessione. Ma, per anticipare un po' questa riflessione vorrei dirvi che la Madonna appartiene organicamente ed essenzialmente a quel progresso umano, che si chiama la storia della salvezza. Dal punto di vista della nostra fede non c'è progresso umano se non è un progresso nella salvezza. Se abbiamo questa visione della nostra storia, allora possiamo anche affermare che non c'è progresso senza Maria.

Su queste verità forse pensiamo poco. Ma voi siete giovani, e potete ancora pensare molto. Vi lascio allora questi temi di riflessione, che non sono semplicemente temi di riflessione. Sono temi per la vostra prassi, per la vostra vita, per la vostra esistenza, per la visione del Progresso.

Vi auguro una buona continuazione e, a Dio piacendo, anche un buon ritorno a Roma".

Nel congedarsi, il Santo Padre ha consegnato ai giovani il testo del discorso preparato per l'occasione:

"Gaude et laetare, Virgo Maria; alleluia: Gioisci e rallegrati, Vergine Maria; alleluia.

1. Carissimi giovani, in questo pomeriggio di Pasqua, in pieno Anno Mariano, rivolgiamo alla Madonna l'augurio esultante, propostoci dalla liturgia della Chiesa e ricordiamo il motivo della gioia da cui Maria è intimamente pervasa: Quia surrexit Dominus vere, alleluia: perché è veramente risuscitato il Signore, alleluia.

La gioia pasquale del trionfo di Cristo si è propagata nel mondo intero, alle varie generazioni di uomini e donne lungo i secoli. Tale gioia giunge oggi fino a noi che accogliamo Cristo Risorto nella nostra mente, nel nostro cuore e in tutta la nostra vita; e ci giunge per mezzo della Vergine Maria. La sua mediazione materna è una mediazione di gioia e di pace per tutti i suoi figli. Perciò ci piace invocarla come Causa della nostra letizia.

2. Mi è noto che questo vostro ventunesimo incontro universitario a Roma, preparato nel corso dell'anno in tanti paesi del mondo, si è svolto in un ambiente di serena e profonda allegria, qual'è dato trovare solo quando si cercano e si frequentano Cristo e la sua Madre. Questa volta avete voluto dedicare le vostre riflessioni all'argomento Dignità e progresso, strettamente connesso al contenuto dell'Enciclica Sollicitudo rei socialis. Sapete molto bene che le vie dell'autentico progresso e della vera affermazione della dignità di ogni uomo, e di tutto l'uomo, passano attraverso un incontro personale con il Signore, risorto e glorioso, che perpetua anche oggi nel mondo le meraviglie della Redenzione. In quest'opera della nostra salvezza Maria svolge una funzione particolarissima. Nell'intimità della nostra anima la Vergine continua a dirci, come a Cana di Galilea: fate quello che egli vi dirà (Gv 2, 5). Queste parole, scelte come motivo ispiratore della III Giornata Mondiale della Gioventù, ci additano l'unico vero cammino: il compimento fedele e pieno d'amore della volontà del Figlio di Dio e Figlio di Maria.

So che è vostro impegno amare Maria, Madre del Redentore e Madre nostra, con un'affettuosa devozione filiale, basata sulla dottrina della fede. Quest'amore alla Madonna, patrimonio di tutti i cristiani, ispira certamente la vostra partecipazione all'Anno Mariano.

Voglio oggi incoraggiarvi a percorrere gli ultimi mesi di questo tempo, dedicato a Maria, e l'intero cammino della vostra esistenza terrena ancor più uniti alla Madre di Dio, affinché, per la sua materna intercessione, possiate raggiungere la gioia della vita eterna.

Per possedere questa gioia completa e inestinguibile occorre seguire lo stesso sentiero di Cristo, lungo il quale ci precede Maria. Non dimenticate mai che la gioia si ottiene solo mediante la Croce, attraverso il sacrificio e il dolore. Se volete essere veramente felici, non fuggite ciò che costa, la pratica della mortificazione e della penitenza, che abbiamo vissuto con speciale impegno nella scorsa Quaresima e durante la Settimana Santa: essa non può mancare in chi vuole davvero seguire Gesù.

3. A conclusione di questo soggiorno romano, durante il quale vi siete uniti in modo particolare al Successore di Pietro e alla sua sollecitudine per la Chiesa universale, vi invito a portare la gioia di Cristo risorto a tutti coloro che vi circondano: alle vostre famiglie, ai vostri amici e a quanti condividono con voi l'impegno universitario. Con la parola e con l'esempio dovete trasmettere sempre la speranza e l'ottimismo cristiano al mondo attuale, così spesso offuscato dalla tristezza e dall'angoscia. E se il Signore vi chiama a una speciale vocazione di amore per partecipare più da vicino al suo zelo redentore e ai suoi aneliti divini di diffondere sulla terra il gaudio pasquale, rispondetegli con generosità e con prontezza, sapendo che vi colmerà di una gioia ineguagliabile.

Implorando la protezione della Vergine Santa, Causa della nostra letizia, vi imparto con affetto la mia Benedizione, che volentieri estendo ai vostri genitori e fratelli, ai vostri docenti e colleghi universitari, a tutti i vostri amici e conoscenti".

Romana, n. 6, Gennaio-Giugno 1988, p. 121-125.

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