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Discorso del Gran Cancelliere del Centro Accademico Romano della Santa Croce, il 26-X-1988, durante l'inaugurazione dell'anno accademico 1988-89 nella Sala dei Papi del Palazzo di Sant'Apollinare.

Eminentissimi ed Eccellentissimi Signori, professori e studenti del Centro Accademico Romano della Santa Croce, Signore e Signori, fratelli e figli carissimi.

Poche settimane fa si sono compiuti sessanta anni da quel 2 ottobre 1928 quando, assecondando un volere divino visto con chiarezza, il Servo di Dio Josemaría Escrivá fondò l'Opus Dei. Abbiamo celebrato questo anniversario con la gioia e la gratitudine che sorgono dalla convinzione di partecipare ad un'impresa soprannaturale che, per la grazia del Signore, la fedeltà del nostro Fondatore e di tante figlie e figli suoi, è oggi una gioiosa realtà di amore a Dio e alle anime, in mezzo al mondo, attraverso la santificazione del lavoro professionale e della vita ordinaria. Nella cornice di questi sessanta anni di vita dell'Opus Dei, il Centro Accademico della Santa Croce costituisce un nuovo motivo di gratitudine al Signore, perché rappresenta un frutto ed un segno del servizio alla Chiesa che la Prelatura Opus Dei intende offrire, anche nell'ambito degli studi universitari ecclesiastici.

Vorrei oggi anche esprimere la nostra profonda riconoscenza verso Sua Santità Giovanni Paolo II, che ha benedetto questa attività fin dal suo primo inizio. In occasione del decimo anniversario del suo pontificato, che abbiamo appena celebrato, ci sentiamo filialmente uniti alla Sua persona e alle Sue intenzioni, e intensifichiamo la nostra preghiera per la fecondità del suo ministero nella sede di Pietro al servizio di tutto il Popolo di Dio.

Per ravvivare questi sentimenti di gratitudine ed essere così incoraggiati a proseguire con animo rinnovato il cammino intrapreso, è conveniente tornare a considerare l'ampiezza e la profondità che la vita di questa istituzione accademica deve possedere.

In tal senso, mi è gradito prima di tutto ricordare che l'esistenza e lo sviluppo di questo Centro Accademico sono possibili grazie al generoso contributo di molte persone in tutto il mondo: non solo di coloro i quali, come professori, studenti o come personale amministrativo, sono quotidianamente impegnati qui a Roma nelle loro rispettive funzioni; ma anche di coloro che da diversi luoghi dei cinque continenti offrono la loro collaborazione. Penso a tanti uomini e donne che pregano per il buon andamento di questa iniziativa, a quelle persone ed istituzioni che ci aiutano in modi diversi, a coloro che rappresentano questo Centro Accademico in diversi Paesi. E rendo grazie anche per la gamma svariata di relazioni di amicizia e di reciproca cooperazione favorite da questa attività universitaria. Nell'osservare una tale stretta unione di intenzioni e di desideri di servire, ci sentiamo tutti reciprocamente stimolati a rafforzare il nostro senso di responsabilità di fronte a Dio, di fronte alla Chiesa e di fronte alle anime tutte, nella realizzazione di questo comune compito.

In questa ottica si collocano anche le pubblicazioni del Centro Accademico, soprattutto quelle periodiche, che già costituiscono una promettente realtà, destinata a consolidarsi e ad accrescersi. Attraverso di esse, si estende il raggio dell'azione docente e di ricerca dei professori del Centro, ai quali si uniscono tanti altri collaboratori che, come autori o corrispondenti, prendono parte ad un'attività che va così assumendo un carattere sempre più internazionale. Da ciò deriva un arricchimento per tutti, grazie al contributo dei diversi punti di vista e delle diverse culture, in un clima di profonda unione nella ricerca della verità e all'interno dell'unica fede della Chiesa.

Quale frutto dello spirito di apertura e di servizio che caratterizza e deve caratterizzare sempre la vita del Centro Accademico, nasce un sincero desiderio di collaborare, in accordo con i suoi fini istituzionali, con gli altri simili centri docenti e di ricerca nello sviluppo della Teologia e del Diritto canonico, e in genere con quanti si impegnano nella cura delle diverse necessità della Chiesa universale e delle Chiese particolari. Vorrei specialmente sottolineare il servizio che questa istituzione universitaria aspira a poter offrire alle Chiese locali, e dare grazie a Dio per i frutti che già ne derivano. Oltre alla partecipazione alle diverse iniziative diocesane —ho adesso presente in special modo l'attuale Sinodo romano, pregando per il suo lavoro e condividendo le premure del Vescovo di Roma e di tutta la comunità diocesana verso questo avvenimento ecclesiale—, vorrei menzionare il lavoro che un buon numero di licenziati e dottori in Teologia e in Diritto Canonico, che hanno qui completato i loro studi, cominciano ora a svolgere nelle loro rispettive Chiese locali, nei seminari, nelle università, nei tribunali ecclesiastici... Nel conservare con loro frequenti contatti, si fa tangibile fino a che punto il lavoro di questo Centro può cooperare e di fatto coopera al bene della Chiesa e delle anime.

Questo panorama, così incoraggiante, presenta allo stesso tempo un nuovo e crescente bisogno di docenti, di personale non docente, di mezzi, e dell'opportuna configurazione istituzionale. Si richiede lo sforzo di tutti noi che partecipiamo a questo compito, per rispondere adeguatamente alle molteplici necessità della Chiesa che stimolano la crescita e la maturazione del Centro Accademico.

Nel dichiarare inaugurato questo anno accademico 1988/89, torno a porre tutto questo lavoro nelle mani del Signore e di Sua Madre Santissima e chiedo che discenda su noi tutti la benedizione della Santissima Trinità.

Romana, n. 7, Luglio-Dicembre 1988, p. 287-289.

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