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Omelia nella Basilica di Sant'Eugenio a Valle Giulia, l'8-XII-1988, nella solennità dell'Immacolata Concezione della Madonna.

1. Esulto e gioisco nel Signore, l'anima mia si allieta nel mio Dio[1]: sono le parole di giubilo che la liturgia fa dire alla Madonna in questa Solennità della sua Immacolata Concezione. Anche noi esultiamo di gioia assieme agli Angeli e ai Santi, e con la Chiesa intera. Concepita senza peccato originale, Maria è Figlia di Dio Padre, Madre di Dio Figlio, Sposa di Dio Spirito Santo. La sua dignità eccelsa, che la colloca al di sopra di ogni creatura, merita da parte nostra una venerazione tutta speciale. Ella è, inoltre, la prima tra i credenti, la nuova Eva. La sua figura amabilissima spicca quale sorgente di luce in tutti i momenti della storia della salvezza.

Dopo il peccato originale, agli albori dell'umanità, Dio annunciò il suo decreto redentore. Nel passo del Libro della Genesi testé letto, abbiamo sentito come la stirpe della donna avrebbe schiacciato la testa del serpente infernale: questa stirpe è Cristo, perfetto Dio e perfetto Uomo. Perché potesse avere luogo il mistero ineffabile dell'Incarnazione —sono parole della Colletta della Messa—, l'Eterno Padre predispose al suo Figlio Unigenito una degna dimora, e in previsione della morte di lui la preservò da ogni macchia di peccato[2]. Questa dimora è Maria, una donna nella quale —per singolare provvidenza divina— il peccato è stato vinto alla radice, giacché Ella è stata preservata dalla macchia originale dal primo istante della sua concezione.

La Chiesa gioisce, poiché questo membro eccelso della famiglia umana è stato da Dio sottratto alla legge del peccato, e ci è stato dato quale modello di integrità e saldo motivo di speranza nella nostra salvezza. Come afferma un Padre della Chiesa: "oggi l'umanità, in tutto lo splendore della sua nobiltà immacolata, riceve il dono della sua prima formazione dalle mani di Dio e ritrova la sua primitiva bellezza (...): oggi ha inizio la riforma della nostra natura, e il mondo invecchiato, sottoposto adesso a una trasformazione totalmente divina, riceve le primizie della seconda creazione"[3]. Guardando la Madonna, Le chiedo di avvicinare ognuno di noi, ogni creatura umana, a quella sua vita, sempre nuova, sempre gioiosa, unita com'è alla Verità eterna, e nella quale non c'è spazio per l'ipocrisia, l'inganno, la doppiezza.

2. Le meraviglie operate dal Signore e che oggi commemoriamo ebbero inizio quando Dio scelse la fanciulla di Nazareth e la preparò, dotandola di tutte le perfezioni convenienti alla sua futura condizione di Madre di Dio. Cominciava così una nuova era, che l'Apostolo annuncia solennemente: quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna[4]. Il Santo Padre Giovanni Paolo II, nella sua recente Lettera Apostolica sul tema della Dignità della Donna, osserva: "E' significativo che l'apostolo non chiami la Madre di Cristo col nome proprio di -Maria-, ma la definisca -donna-: ciò stabilisce una concordanza con le parole del Protovangelo nel Libro della Genesi (cfr. 3, 15)"[5].

Il Salvatore volle nascere da una donna, che, associata alla Redenzione, avrebbe riparato la caduta di Eva. E` volontà di Dio che noi non separiamo questa Madre da questo Figlio; Maria, nel piano divino della nostra salvezza, occupa un posto proprio, accanto a Colui che, essendo Dio da Dio, Luce da Luce, della stessa sostanza del Padre, cominciò in Lei ad essere, nel tempo, Uomo Perfetto. Di qui la dignità irripetibile di Maria; di qui le perfezioni di grazia, con cui il Signore la adornò dal primo istante della sua Concezione Immacolata.

3. Maria non è solo paradigma per la donna. Come afferma anche il Santo Padre nella Lettera Mulieris dignitatem, la Vergine di Nazareth è modello per l'umanità intera, composta di uomini e di donne. In Lei si realizza con singolare pienezza la dignità di tutto il genere umano: il suo esempio è l'ideale più eccelso di quella santità alla quale possiamo e dobbiamo aspirare, perché, come dice l'Apostolo, noi tutti, ciascuno di noi, siamo stati scelti da Dio, prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità[6]. La purezza verginale di Maria, la limpidezza della sua anima, fanno di questa creatura —tanto soprannaturale e, per questo, tanto umana— una figura che attrae in ogni tempo, che si cerca, che si guarda, che si ama, anche quando sembrano più virulenti gli attacchi dell'edonismo e del consumismo, figli di un egoismo che divide le persone e mina la fraternità.

Certamente, l'ideale costituito per noi dalla Santissima Vergine è irraggiungibile in tutta la sua pienezza. Ella soltanto riuscì a evitare totalmente il peccato; invece, le nostre debolezze sono evidenti. Tuttavia, "guardando Maria" —espressione cara a San Bernardo[7] - comprendiamo meglio che l'integrità, la purezza, la santità, sono possibili; Ella stessa ci invita a domandarci in prima persona, con sincerità piena: non ho bisogno, oggi, adesso, di una nuova conversione? Dio non mi sta chiedendo un cambiamento che purifichi il mio cuore da tanti rimasugli di superbia, di egoismo, di sensualità...? Non devo forse incamminarmi con maggior decisione verso le vette di santità cui la vocazione cristiana mi chiama?

Inoltre, non soltanto possiamo contare sull'esempio luminoso della Madonna: Dio stesso ci offre costantemente la grazia della Redenzione operata da Cristo, e ce la offre proprio attraverso la mediazione materna di Maria Santissima. "A Gesù si va e si -ritorna- sempre per Maria"[8], ha scritto il Fondatore dell'Opus Dei in Cammino. Ritorniamo a Gesù specialmente attraverso il Sacramento della Penitenza, nel quale, con la grazia del perdono divino, recuperiamo o rafforziamo la pace e la gioia proprie dei figli di Dio. Che la Madre di Cristo ci conduca più e più volte, come per mano, a questa fonte di grazia e di gioia!

4. Contemplando Maria, la vediamo adorna di privilegi insigni e, tuttavia, non ci appare lontana. Il suo esempio, sempre attuale, è accessibile, familiare. Molti tra voi hanno sperimentato come è possibile la dedizione all'amore di Dio, la ricerca della santità, in mezzo alle attività ordinarie, quelle stesse nelle quali trascorse la vita della Madonna. Proprio questo è il nucleo del messaggio dell'Opus Dei: cercare la santità in mezzo al mondo, nella vita ordinaria, nel compimento degli obblighi specifici di ciascuno.

Contemplare Maria nelle circostanze di ogni giorno, affidarsi in tutto alla sua materna protezione: è quanto ha fatto durante tutto l'arco della sua vita il Servo di Dio Josemaría Escrivá. Nella sua profonda umiltà, respingeva sempre l'idea che gli altri lo prendessero ad esempio, eccetto in un punto: nell'amore alla Madonna.

Tra le consuetudini tradizionali di devozione mariana che ci ha insegnato, si trova la Novena all'Immacolata. Per questi giorni ci suggeriva di scegliere personalmente qualche manifestazione concreta di amore a Nostra Madre; in particolare, di offrire a Dio, attraverso Maria Santissima, un impegno più intenso nel compimento dei propri doveri. Nel concludere la Novena in questo giorno di grande festa, possiamo senz'altro dirle che ci abbiamo provato; ma, senza timore di sbagliarmi, direi anche che non restiamo soddisfatti, giacché ci mancherà sempre parecchio da fare per corrispondere all'affetto che dobbiamo alla Vergine. Comunque, se l'amore è stato sincero, a Nostra Madre questo basta, e continua a invitarci a ricorrere alla sua intercessione.

Rivolgiamoci, dunque, alla Madre di Dio con fiducia filiale, ed Ella ci condurrà al suo Divin Figlio. Omnes cum Petro ad Iesum per Mariam: percorreremo così un cammino, che passa necessariamente per l'amore alla Chiesa e al Papa. Maria è figura della Chiesa poiché, come proclama il Prefazio della Messa di oggi, nella sua Santissima Madre Gesù ha segnato l'inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza[9].

Alle sue mani affidiamo la nostra preghiera —che desidera essere universale come il Cuore di Gesù—, per il Romano Pontefice, per i Vescovi e i sacerdoti, per tutti gli altri fedeli cristiani, per tutti gli uomini e per tutte le donne, specialmente per quanti sperimentano più acutamente il dolore e la sofferenza. Che tutti noi, condotti dalla mano materna della Vergine Immacolata, avanziamo per il cammino sicuro che porta alla Gloria eterna, che Dio ha preparato per coloro che lo amano[10]. Amen.

[1] Antifona d'ingresso (Is 61, 10).

[2] Orazione colletta.

[3] Sant'Andrea di Creta, Homilia I in nativitatem sanctissimae Deiparae.

[4] Gal 4, 4.

[5] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Mulieris dignitatem, 15-VIII-1988, n. 3.

[6] L. II (Ef 1, 4).

[7] Cfr. San Bernardo, Homilia super missus est 2, 17.

[8] J. Escrivá, Cammino, n. 495.

[9] Prefazio.

[10] Cfr. 1 Cor 2, 9.

Romana, n. 7, Luglio-Dicembre 1988, p. 284-287.

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