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Assistere sacerdoti malati e anziani

Don Bertrando è un sacerdote, originario del Molise, divenuto cieco anni fa in seguito a un'attentato terroristico contro il treno su cui viaggiava. Alla fine di dicembre ha voluto festeggiare il sessantacinquesimo anniversario della propria ordinazione, concelebrando una Messa nella Cripta della Chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace. Nell'omelia, con parole grate e commosse, ha spiegato perché aveva scelto il luogo dove riposano le spoglie del Fondatore dell'Opus Dei.

Dopo aver ricordato la solitudine e le difficoltà incontrate a Roma, dove si era trasferito in seguito all'incidente, ha narrato come cinque anni or sono, in modo del tutto inatteso, la sua vita cambiò. Fu un piccolo gesto di fraternità: la visita di un sacerdote della Prelatura che, mettendo in pratica una consuetudine caldamente raccomandata da Mons. Escrivá, si era recato da lui con un amico nel semplice desiderio di tenergli compagnia e di fargli passare qualche momento di distensione. Da quel giorno la sua solitudine cessò: altri sacerdoti della Prelatura presero ad andare a trovarlo a casa assieme a numerosi amici, per lo più giovani studenti delle Facoltà ecclesiastiche romane e provenienti da vari Paesi, che dall'allegria e dallo zelo di don Bertrando traevano impareggiabile stimolo alla fedeltà nella propria vocazione.

Don Bertrando, dal canto suo, man mano che approfondiva la spiritualità dell'Opus Dei e sentiva crescere in sé la devozione per il Fondatore, vedeva confermato il senso di una missione spirituale che nessuna menomazione può attutire e che aveva trovato nuovi sbocchi nella collaborazione alla formazione dei giovani sacerdoti. Ora don Bertrando mette la propria casa a disposizione per riunioni formative e chiede al Signore soltanto la forza per continuare a servirlo nei suoi sacerdoti.

Questa è una delle tante storie che si potrebbero narrare per esemplificare l'attività svolta in tutto il mondo dai soci della Società Sacerdotale della Santa Croce in favore dei sacerdoti che, per età o malattia, hanno particolare bisogno di un sostegno fraterno.

Don Ramón, un socio della Società Sacerdotale della Santa Croce, assiste spiritualmente i sacerdoti anziani ospitati nella casa di riposo San José, a Saragozza, detta conferenze e predica ogni mese il ritiro spirituale. Egli attesta, con accenti di sincera edificazione, l'entusiasmo con cui, malgrado l'età, non pochi fra gli ospiti della casa si prestano ad ascoltare le confessioni dei fedeli in diverse parrocchie della città e offrono le proprie sofferenze per le vocazioni sacerdotali.

A Madrid opera un Centro della Società Sacerdotale della Santa Croce, chiamato Ateneo di Teologia, che dispiega una vasta attività di assistenza ai presbiteri anziani, incanalando in questa fattiva testimonianza di solidarietà fraterna lo zelo di numerosi seminaristi e sacerdoti. Ogni settimana le visite si susseguono a decine: i più giovani aiutano questi confratelli, spesso soli e non autosufficienti, a recitare la Liturgia delle Ore o a coltivare la lettura spirituale; portano la Comunione a coloro che non sono in grado di celebrare la Santa Messa; li aiutano in casa prestando ogni genere di servigi materiali; tengono loro compagnia e li aggiornano sulle mete e le necessità pastorali della diocesi, in modo che mantengano viva la percezione della loro attiva partecipazione, attraverso la preghiera e il dolore, alla missione del presbiterio diocesano.

A Caracas un sacerdote della Prelatura venne a sapere di un altro sacerdote, ordinato da soli tre anni nella diocesi di San Felipe, che era stato vittima di un grave incidente proprio mentre svolgeva il ministero. Dopo vari interventi chirurgici e l'insorgere di serie complicazioni postoperatorie, si era trasferito nella capitale per ricevere cure più adeguate. Ora si trovava da tre settimane in una clinica di Caracas: era stato nuovamente operato e la prognosi era incoraggiante, ma lo attendeva un altro mese e mezzo di immobilità e di solitudine.

Si recò immediatamente a fargli visita e cominciò così a prestargli tutta l'assistenza materiale e spirituale di cui aveva bisogno. Grato per la sintonia creatasi sul piano umano, il malato fu addirittura commosso per il fatto che quel gesto di sollecitudine sacerdotale gli consentiva finalmente di ricevere tutti i giorni la Comunione e di coltivare in modo più assiduo la preghiera: infatti quel sacerdote gli aveva portato in dono una raccolta di scritti del Santo Padre sul sacerdozio e, ad ogni visita, lo aiutava a compiere qualche pratica di pietà.

Don Jesús è un prete messicano che, pur avendo largamente superato i settant'anni, conserva un carattere gioviale ed allegro. Quando un amico lo invitò ad assistere a un corso di esercizi spirituali predicati da un sacerdote della Prelatura, don Jesús pose una condizione:

—Ci andrò con piacere, purché venga rispettato il silenzio.

Sulla via del ritorno commentava:

—Sono stati gli esercizi più proficui di tutta la mia vita. C'è un posto in cui si può respirare lo stesso clima di devozione e di fraternità anche per il resto dell'anno?

Da quel giorno don Jesús partecipa assiduamente alle riunioni per il clero diocesano che un gruppo di sacerdoti della Prelatura organizza presso la parrocchia della Santa Veracruz.

Già da alcuni anni un gruppo di sacerdoti di Città del Messico si riunisce ogni mese per trascorrere un paio d'ore in serenità presso El Encinal, una casa di campagna messa a disposizione da un Cooperatore dell'Opus Dei. Fra i più assidui spiccano, per entusiasmo e vivacità, alcuni sacerdoti ormai abbastanza avanti in età come don Lucio che, nonostante i suoi ottantatré anni, celebra quotidianamente la Santa Messa di mezzogiorno nella parrocchia di Nuestra Señora de la Natividad. Attraverso i raduni è stato possibile stringere rapporti più frequenti e cordiali, che hanno lasciato un segno tangibile nella vita di tutti questi sacerdoti: lo dimostra l'episodio del recente ricovero ospedaliero di don Miguel Angel, al quale non è mancata nemmeno per un giorno la solerte assistenza dei confratelli.

Romana, n. 9, Luglio-Dicembre 1989, p. 284-286.

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